domenica 22 gennaio 2017

Alea - Spleenless (Luna Rossa Records, 2016)

La cantautrice pugliese Alea, nome d'arte di Alessandra Zuccaro, esordisce sulle scene con "Spleenless", un'opera di una maturità quasi contrastante con l'età anagrafica ed artistica, vocalmente in bilico tra il pop e il soul della Winehouse ma, anche qui come la compianta autrice di "Rehab" e "Back To Black", con frequenti capatine nel jazz, nel ragtime, nel blues, complice la mano esperta del songwriter e pianista Pasquale Carrieri
Fin dal suo principio, il disco trasuda tutto il retaggio storico del proibizionismo, le notti passati nei jazz club più nascosti di New York, l'amore per la vocalità di Ella Fitzgerald, soprattutto in "Relais?". A completare il quadro intervengono anche brani più leggeri e divertenti, come "Motivetto", utile a mettere allegria in un lavoro principalmente molto noir, alla continua ricerca di sensazioni pulp. "Miss Celie's Blues" è invece la reinterpretazione di una nota canzone di Tata Vega, guarda caso dal Queens, presa dalla colonna sonora della celebre pellicola "Il Colore Viola". La scelta di intercalare una cover in questa tracklist interamente originale risponde alla precisa esigenza, apparentemente insita nel DNA della Zuccaro, di allacciarsi al mondo del cinema con una voce perfetta per lo scopo. 

Alea può sicuramente crescere, esplorando i tasselli più scanzonati del suo repertorio oppure individuando nelle tinte scure la cifra stilistica che ne accompagnerà la carriera. Farà le sue scelte, ma nel frattempo ci godiamo un album di grande classe e che brillerà sicuramente per diversi mesi nei campionari discografici di genere. 

martedì 10 gennaio 2017

Pupi di Surfaro - Nemo Profeta (Autoproduzione, 2016)

"Nemo Profeta" dei siciliani Pupi di Surfaro si presenta, linguisticamente e musicalmente, come un pot-pourri azzardato, una mescolanza eterogenea e per questo assimilabile a quella convintissima avventatezza che spesso annacqua e riduce in poltiglia diversi prodotti folk, world music o popolari nel nostro paese. Per capire dove invece le nove tracce colgono nel segno, occorre guardare prima di tutto al messaggio, o meglio ancora, al modo in cui viene veicolato: liricamente, esprime un universo spregiudicato, inflessibile, disinvolto e disincantato, con un lessico rigido ma spiritoso, brillante, faceto, e non c'è modo migliore di narrare la propria terra e le proprie origini. Oltre al dialetto siciliano e all'italiano, compaiono molte lingue e musicisti provenienti da terre esotiche, come il senegalese Jali Diabate ("'Gnanzou", forse il brano più attuale per i suoi riferimenti alle stragi di migranti in quello che i romani denominarono Mare Nostrum), a collocare questo lavoro in un mondo che è insieme vissuto e documentato, ma anche fantastico ed onirico, storia di amicizie e legami artistici, contemporaneo per i suoni più digitali che costellano i momenti più tradizionalmente folk riuscendo a estrapolarne quella modernità che spesso manca al genere.
Si viaggia con la fantasia per un'interessante commistione di riferimenti biblici in "L'Arca di Mosè", in realtà una sorta di introspezione sui generis sull'incompletezza dell'essere umano. Potente quanto divertente "Kicking the Donkey Style", con protagonista il marranzano, uno strumento idiofono a pizzico che rinveniamo in molte composizioni siciliane, sarde e calabresi, ma anche turche, sintesi di un gusto musicale tipicamente mediterraneo. "Li Me' Paroli" incita al pensiero critico, a non assecondare le logiche di una società che tende sempre più ad omologare i processi di aggregazione e lo svolgimento delle vite private, probabilmente - rischiando il linciaggio, ci permettiamo di avventurarci in un'interpretazione nostra - sottendendo anche una certa diffidenza verso l'iper-capitalismo dei nostri tempi.

Impossibile apprezzare le tante, troppe, sfumature di questo "Nemo Profeta" con pochi e disinteressati ascolti. Per fruire di tutta la sua carica rivoluzionaria, serve un'empatia musicale con il progetto, il che significa volersi divertire ma anche soffermarsi a cogliere i tanti elementi nascosti che colorano ed ammantano testi, titoli, arrangiamenti, rendendolo un prodotto frizzante, al passo coi tempi senza essere modaiolo, caleidoscopico e al contempo autentico.