sabato 21 novembre 2009
Elio e le Storie Tese - Gattini (Sony Music, 2009)
Dicono che Elio e le Storie Tese o li si ama o li si odia, ma per me questa affermazione non ha senso. E' impossibile per chiunque con QI superiore alla media odiare volontariamente Elio e le Storie Tese.
I simpatici mattacchioni di Milano (che a prima vista sembrano un gruppo di pagliacci qualunque, e invece si rivelano essere probabilmente il gruppo più sagace, intelligente e critico che vi sia in Italia al momento, oltre che ovviamente il più divertente) dopo averci brillantemente e piacevolmente sorpreso con "Studentessi", a distanza di un anno ci riprovano con questo "Gattini".
Ma non lasciatevi trarre in inganno, "Gattini" non è tanto un disco nuovo quanto un operazione di rivisitazione dei vecchi classici impreziositi dall'orchestra. Vi è un solo inedito, "Storia di un bellimbusto", molto divertente e realistica dal punto di vista del testo, ma un po' scarna musicalmente. E il resto? Quest'operazione impreziosisce i brani oppure li rende solo più pomposi?
Partirò subito dicendo che la versione qua presentata di "Cassonetto Differenziato per il Frutto del Peccato" è assolutamente fiacca e che ne "Nella Vecchia Azienda Agricola" ne "John Holmes (Una vita per il cinema)" convincono a pieno (quest'ultima avrebbe potuto essere molto meglio se solo la chitarra di Cesareo fosse stata più alta nel mixaggio). Inoltre "Uomini col Borsello" e "Shpalman" non mi sono mai piaciute e benché la versione "romanza da salotto" di quest'ultima sia geniale, queste nuove versioni non mi fanno cambiare idea, e la versione qua proposta de "La Follia Della Donna (Parte I)" per quanto gradevole non si discosta poi molto dall'originale.
Detto questo però bisogna fare i conti con una versione assolutamente straordinaria di "Essere Donna Oggi" che probabilmente surclassa qualsiasi versione live del pezzo (e con un cameo di Enrico Ruggeri irrestibile). Anche la versione di "Psichedelia" qua offerta è con tutta probabilità superiore all'originale (l'assolo finale di Cesareo, per quanto non complesso, fa scendere letteralmente i brividi, così come l'improvvisazione vocale di Lucio Dalla). "Largo al Factotum" con una prova vocale straordinaria di Elio, una maestosa versione di "Rock and Roll" (manca purtroppo la mitica frase "la techno è una merda", ma viene qua compensata da un imperdibile raffronto tra Apicella e i Deep Purple!) e ottime versioni di "Pork & Cindy", "La Terra dei Cachi" e "Il Vitello dai Piedi di Balsa" (nota personale, cos'è quella terribile musica che viene usata come pena qua?) contribuiscono sicuramente ad alzare la media del disco.
Insomma, qualcosa non convince, ma certamente i lati positivi superano di gran lunga quelli negativi. Elio e le Storie Tese non deludono mai, e sembrano anche non invecchiare mai: la voce di Elio è più matura, Rocco Tanica, Jantoman e Cesareo paiono non sentire gli anni che passano suonando sempre con più entusiasmo e la sezione ritmica Faso/Meyer è ancora più compatta del solito. Brillanti dal punto di vista compositivo, brillanti da quello strumentistico.
Se avete comprato l'album su itunes come premio vi trovate "Der Wahn der Frauen (erster Teil)" (versione in Tedesco de "La Follia della Donna (Parte I)") e "(Nubi di Ieri sul Nostro Domani Odierno) Abitudinario" assenti nella versione CD. Se invece, come me, avete comprato l'album in edizione CD, come premio trovate allegato un interessante DVD contenente il divertente making dell'album e il videoclip + making of di "Storia di un Bellimbusto". Insomma, qualsiasi edizione voi prendiate sarete ricompensati. Perché non approffittarne?
Certo, questo album non è essenziale, ma sicuramente ai fan storici piacerà e potrà incoraggiare nuovi ascoltatori a scoprire la musica di Elio e le Storie Tese, senza caricarli di un inutile best of (cosa che la Sony ha già fatto contro il volere stesso di Elio e soci. Notate tra l'altro che anche "Gattini" è uscito per la Sony. Obblighi contrattuali?)
Concludo infine dicendo che sono grato al gruppo di aver escluso brani come "Tapparella", "Servi della Gleba" o "Cara ti Amo", che sono sì stupendi e marchio di fabbrica del gruppo, ma che avrebbe finito per stereotiparli troppo e per legarli sempre agli stessi pezzi. Certo, almeno un brano da "Studentessi" potevano metterlo, ma in fondo tra quell'album e "Gattini" è passato solo un anno.
Voto: 8+
Concordo, un pezzo da Studentessi ci stava (ma non ci sono capolavori degni di essere ricordati secondo me). Le canzoni che potevano rendere particolarmente bene con orchestrazioni varie e che mancano secondo me sono El Pube, TVUMDB e La Chanson (si, me la immagino bene, non so perchè).
RispondiEliminaOttima la recensione comunque.
"ma non ci sono capolavori degni di essere ricordati secondo me" ---> "Plafone" e "Il Congresso delle Parti Molli"
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