venerdì 4 dicembre 2009

Frank Zappa

"Quando ascolto musica, non dico mai "Ehilà, che uomo! Ha fatto questo!!!"... e questo fondamentalmente perché ciò che sto ascoltando è la sua musica... ascolto il brano... non conosco nulla della vita dei compositori... potevano anche essere degli stronzi bastardi... probabilmente non mi interessa sapere come fosse Webern nella vita privata, mi piace la sua musica... non penso mai a chi l'ha scritta o perché l'abbia fatto... ascolto solamente il risultato"
-Frank Zappa-

16 anni fa, il 4 Dicembre 1993 moriva Frank Zappa a neanche 53 anni compiuti a causa di un tumore alla prostata. La citazione che ho inserito a inizio paragrafo spiega molto lo scopo di questo post: non ho intenzione di ripercorrere la vita privata di Frank Zappa. Ne ho intenzione di fare un analisi critica di tutte le sue opere (che con il live "Philly 76" che verrà pubblicato a fine mese saranno 86 in tutto, senza contare tutte le collaborazioni e i progetti alternativi) o tantomeno di tentare di spiegare come abbia influenzato la musica. Intendo solamente cercare di far capire al lettore cos'è stata la musica di Frank Zappa per me, o quali sono gli album che consiglierei al neofita.

Per me Frank Zappa è un mondo a parte, è un olimpo musicale. Sopra a tutti c'è lui, e sotto ai piedi del monte ci sono dei bravissimi sicari, che però non potranno mai raggiungerlo. Avevo solo 5 anni quando dalle casse consumatissime di un vecchio walkman ascoltavo per la prima volta una cassetta di "Absolutely Free" (1967). Non so dire adesso quali fossero le mie sensazioni al momento, ma ricordo che "Invocation and Ritual Dance of the Young Pumpkin" mi faceva andare via di testa. Curiosamente, fu mio fratello ad appassionarsi di Zappa. Io avevo solo 5 anni, c'era poco che potessi fare. Non ricordo di preciso quando avvenne la conversione, so solo che mio fratello non riuscì mai più ad ascoltare "Hot Rats" (1969) o la compilation "Strictly Commercial" (1995), perché erano perennemente da me. Lui è rimasto ancora a quegli album, o al periodo jazz di Zappa, ma io sono andato oltre, col tempo ho completato la sua discografia e adesso possiedo tutto.

E non mi stanco mai, perché la musica di Zappa è qualcosa di troppo vario. E' sempre nuova, c'è sempre qualche particolare che salta fuori ad ogni ascolto, qualche citazione colta che capisci solo col tempo. Questa cosa si applica anche al suo stile chitarristico. Quello che fanno 100 Petrucci non sarà mai nemmeno un quarto di quello che faceva Frank Zappa da solo. I suoi assolo non erano cose tipo "ehi guardatemi, ho una tecnica pazzesca", erano composizioni improvvisate. Si sente una vena melodica allucinante, quasi come se le avesse scritte prima. E invece no, ad ogni concerto l'assolo cambiava. Non mi stupirei se alcune delle sue migliori composizioni fossero venute fuori grazie ad un suo assolo. Inoltre Zappa aiutava anche a pensare. Appena mi sono preso la briga di leggere i suoi testi, ho letto in alcuni delle critiche sociali spietatissime, intelligenti, a volte al limite della volgarità, ma forse per questo degne di essere etichettate come satira. Zappa non discriminava nessuno: ce l'aveva con chiunque, a condizione che la stupidità fosse presente.

Per quanto riguarda gli album di Zappa, ce ne sono alcuni ai quali sono particolarmente legato, e sono "One Size Fits All" (1975) (un album che amo talmente tanto da non riuscire neanche a descriverlo), "Waka/Jawaka" (1972), "Sheik Yerbouti" (1979), "Joe's Garage" (1979) e "Läther" (preparato nel 1977, ma pubblicato solo postumo nel 1996. Se fosse stato pubblicato nel 77 sarebbe stato probabilmente il capolavoro di Zappa). Descrivere la musica di Zappa è una cosa troppo lunga per un editoriale, ma sappiate che in un album di 35 minuti potete trovare facilmente molti generi diversi spesso non relazionati tra di loro. Se volete iniziare con qualcosa relativamente semplice, direi che la sovracitata compilation "Strictly Commercial" è adattissima.

Molti si chiedono cosa farebbe Zappa al giorno d'oggi... molto probabilmente riderebbe di questa società odierna sempre più orientata verso l'idiozia, senza risparmiare frecciate a noi Italiani. Ma purtroppo Zappa è morto, quindi è compito degli artisti moderni tentare di scoprire cose nuove, senza mai fermarsi ai soliti due accordi in croce. E riguardo a X Factor, Amici, American Idol e cazzate del genere... modificherò un testo di Zappa stesso dalla sua "We're Turning Again" (da "Meets the Mothers of Prevention", 1985): "Frank come back/No one can do it like you used to/If you listen to the radio/And what they play today/You can tell right away:
All those assholes really need you!"




Ciao, Frank

Nessun commento:

Posta un commento