sabato 30 maggio 2009

God is An Astronaut Live @ Locomotiv Club, Bologna, 29 Maggio 2009


Un concerto come questo lo si vede raramente da queste parti. Dobbiamo sempre aspettare qualcuno che venga da nord ad insegnarci come si suona. Questa grande band irlandese suona veramente come poche, su tutti i fronti. Tecnicamente sublimi, suoni perfetti (grazie anche a dei fonici competenti), un pubblico che li stima, strumentazione assolutamente all’altezza e canzoni ben composte che oscillano tra la carica melodica di un arpeggio e una sferzata di immane aggressività (il batterista a tratti fa addirittura paura per come coniuga tecnica e velocità ad una potenza che lascia davvero il segno). Le loro chiare influenze metal fanno il resto.
La band ha eseguito una quindicina di brani assorbiti senza problemi da un pubblico entusiasta, complice anche la durata mai esagerata (finalmente una band libera dalla tipica sindrome dei gruppi sperimentali) e un coinvolgimento come ne avevo visti da pochi per band strumentali. Definirli è impossibile: non sono prog, non sono metal, non sono alternative, non sono post-rock, sono semplice i God Is An Astronaut e l’unico consiglio che posso darvi è andare al primo concerto utile a farvi investire dalla fenomenale carica  che questi 3 sanno produrre. Buona anche la tenuta di palco, con i tre che si lasciano coinvolgere dalla musica e non disdegnano un po’ di headbanging seguito dal pubblico. Tra i brani proposti tutte quelle più conosciute dei lavori degli anni passati e in particolare molti pezzi del self-titled del 2008 (su tutte la stupenda “Fireflies and Empty Skies“, eseguita come penultima).
Veramente consigliati.
Altra nota positiva dello spettacolo il gruppo spalla, i Nicker Hill Orchestra, altra band tecnicamente ottima che ha lasciato veramente il segno. Proponendo un miscuglio di post-rock, psichedelica ed alternative rock veramente ben riuscito hanno messo in piedi 30 minuti di show che non poteva che stupire. Ottima la strumentazione ed i suoni, ottimi i brani a livello di struttura. Insomma, un’altra band consigliata, sperando che facciano strada proprio come i God.

* foto di Eugenio Crippa

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