lunedì 1 marzo 2010

Edo/Juliette Lewis/Amari

EDO - NASO A TRAMEZZINO EP (7.5 su 10)

Edoardo Cremonese, in arte Edo, è un veneto espiantato in Lombardia che ha deciso di portare la sua musica cantautorale di stampo ironico nella capitale dell'indie italiano: Milano. Piccole perle di simpatiche avventure giovanili raccontate da un universitario dal grande estro creativo, in questo disco particolarmente evidente nella varietà delle canzoni (molto superiore rispetto alle sue vecchie creazioni): “Naso a Tramezzino”, il tributo al comico Albanese “Frullatore d'Acqua Dolce” e la funny story “Coinquilino Fernando” sono potenziali tormentoni per feste di Erasmus e compleanni tra amici, ma Edo punta più in alto. Raffinata pop music da un giovane che ha tanto da dire. E si sente. 

JULIETTE LEWIS - TERRA INCOGNITA (6 su 10)
La solita Juliette Lewis con le solite canzoni. Sollevarsi dalla noia, compito duro, si può fare: ci sono in effetti brani come Hard Lovin' Woman, con le sue impronte fortemente blues e rock anni '60, e Fantasy Bar, col suo piglio potenzialmente da MTV ma che rischia di annoiare alla lunga. La produzione, affidata all'onnipresente (è un po' il Favero internazionale) Omar Rodriguez Lopez, è ottima, così come è ottimo l'apporto musicale, ma le solite tiritere alla voce e i consueti riff da Juliette Lewis stanno iniziando a stancare. Ultima volta che un disco così può raggiungere la sufficienza. 

AMARI - POWERI! (5.5 su 10)
Amari, Amari. E pensare che i dischi precedenti avevano ancora qualche perla. Sembra proprio che il "manager nella nebbia" degli Amari sia proprio andato a sbattere contro uno di quei "cartelli stradali" che loro stessi citano. In questo Poweri! le canzoni sufficienti si contano sulle dita di una mano, magari perché la blogosfera si è stancata di pubblicizzarli e di elevarli a redentori della musica elettronica italica. Salva Your Kisses, Dovresti Dormire e Ho Fatto Un Po' di Casino, che sembra quasi il tributo agli Zen Circus degli ultimi anni + loop dei Bloody Beetroots, poi ci siamo. Su questo disco c'è poco altro da dire, pop d'autore che d'autore non è più, musica per giovani fatta da non giovani. E si sente. Basta.

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