sabato 6 marzo 2010

La Fame di Camilla - Buio e Luce (Universal, 2010)


Il singolo Storia di Una Favola, l'esibizione sanremese, la ribalta, un po' di voglia di farsi sentire. Arriva come un fulmine a ciel sereno La Fame di Camilla con un lavoro che spiazza, di ispirazione un po' datata ma diretto ad un pubblico giovane, oscillante tra gli echi quasi psichedelici di chitarre effettate con eterei delay, fino a qualche ritmo più pop alla Velvet dei primi tempi, tanto per rendere chiare un po' di intenzioni.
Una band senza troppe pretese a livello di suono, il che è un bene. E' pop che potremo quasi definire d'autore, ma che si inchiostra su carta come un ben architettato organigramma di piccole perle da classifica, dove una voce facilmente definibile “la versione più radiofonica di Max Zanotti dei Deasonika” e un apporto strumentale a metà tra i Coldplay e gli U2, non tralasciando la tradizione indie/alternative italiana, si fondono in un prodotto finito notevole.
Buio e Luce, Nuvole di Miele e Non Amarmi Così sono effettivamente canzoni pop di elevata fattura, la seconda con un arrangiamento che mi ricorda alcuni singoli di Francesco Renga (non è sempre un difetto, tranquilli!) e l'ultima le canzoni più melodiche dei Verdena con un ritornello di Bianconi. Ma a cantare è sempre lui, Zanotti esportato a RDS. E anche questo non è un difetto.
Spazio per rimandi acustici alla vecchia tradizione cantautorale italica in canzoni come Il Mostro, per non snobbare la quantomai funzionale connessione tra musica leggera e panorama alternativo che coi La Fame di Camilla si solidifica ulteriormente, in un ponte che in Italia continua a generare sempre più band da ascoltare senza particolari difficoltà digestive a carico degli ascoltatori meno esperti. Però ti prego Pensieri e Forme è proprio un plagio dei poveri Deasonika. Stavolta si. Per il resto un buon disco. 

Voto: 7- 

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