giovedì 20 maggio 2010
Missing Persons - Spring Session M (Capitol Records, 1982)
Tre ex membri delle band di Frank Zappa (Patrick O'Hearn al basso, Terry Bozzio alla batteria, peraltro già membro dei grandissimi UK e Warren Cuccurullo alla chitarra, più avanti chitarrista dei Duran Duran, e, ahimè, attore porno), più Chuck Wild alle tastiere e Dale Bozzio (all'epoca moglie di Terry) alla voce solista.
Questi in definitiva sono i Missing Persons. I brani sono stati composti tutti da Cuccurullo e da Terry Bozzio, la qualità tecnica dei musicisti è eccellente e la produzione buona. Quindi questo dovrebbe essere un buon disco, vero?
Sbagliato. Penso, nella mia vita, di non aver mai sentito uno spreco di talento peggiore. Chi si aspetta qualcosa di collegato al lavoro di Zappa o degli UK è destinato a rimanere deluso, perché questo disco non è altro che pop becero della peggior specie.
E questo non è l'unico problema. Come prima cosa, la voce squillante di Dale Bozzio è assolutamente irritante (benché questa sia stata la causa del loro successo, oltre che del suo aspetto provocatorio e sensuale, aiutato da qualche foto "osè" su qualche rivista). In secondo luogo, se i nomi non fossero stampati in bella vista su disco, non si direbbe assolutamente che sia la triade O'Hearn-Bozzio-Cuccurullo a suonare su questo album: non vi è infatti nessuna prova virtuosistica o di gusto infatti; sono particolarmente deluso dal drumming di Bozzio, sicuramente preciso, ma freddo, calcolato e senza il minimo feeling, distante anni luce dall'incredibile lavoro che aveva fatto con Zappa e con gli UK.
E infine, come già menzionato, la musica. Fastidiosi, infatti, i ritmi incalzanti di brani come "Tears", "Walking in LA", "It Ain't None Of Your Business", "US Drag" (con tracce di rap e una base che vorrebbe osare di più, ma non convince) e "Bad Streets", e i risultati non cambiano con le più pacate "Here and Now" e "Words" (la cui melodia vocale è qualcosa di particolarmente imbarazzante).
E il fatto che sia un brano come "Destination Unknown", la cui unica attrattiva è l'atmosfera dark e un riff carino, ma banale, la cosa più riuscita del disco dovrebbe indurre a pensare.
Il resto dell'album consiste in brani che spariscono dalla testa subito dopo essere stati ascoltati, ed essendo questo un disco commerciale, non va bene neanche un po'.
Niente di cui andare fieri, in parole povere. Questo album è consigliato solo se siete particolarmente curiosi. Bocciati.
Ah, e come se non bastasse, la copertina è una delle cose più tamarre mai create dalla notte dei tempi.
Voto: 4
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