domenica 23 maggio 2010

Portland Souvenir - Portland Souvenir EP (||| Records, 2010)



Recensione Scritta per Indie for Bunnies

Tracklist:
1. Are You My Lady, Are You?
2. Some Day One Day
3. Unsolved
4. Portland Souvenir

Derive soniche. Non esistono espressioni più consone per descrivere un EP così. I meridionali Portland Souvenir si presentano al pubblico italiano con un extended play di tutto rispetto, soffuso, scintillante, veramente ispirato. Ci sono le turbe sonore delle band post-rock, la musica da camera più distesa e rilassante (Balmorhea, ecc.), una vena pop che si staglia sopra gelidi veli di suoni per niente orecchiabili (e non è certo un difetto!) e una consapevolezza compositiva che lascia sbalorditi. Perché questi ragazzi ci sanno fare e lo si percepisce dalla prima nota della splendida Are You My Lady, Are You?, con il suo sound vagamente vintage, sottomesso al vibrato della voce che comunica vagamente un senso di "passionalità" che rende godibile il brano anche sotto un punto di vista emotivo. E lo stesso avviene con la title-track, quarta ed ultima in ordine, un orgasmo di note a sovrapporsi e rincorrersi per raggiungere il momento più alto del pezzo, l'estasi finale con le sue melodie che ricordano molto da vicino, pur senza risultarne una copia, alcuni episodi dei Sigur Ròs migliori. E poi c'è Some Day One Day, con i suoi rumori da strada a lasciar spazio alla tensione di una frequenza bassa, quasi roboante, adatta alla soundtrack di un film horror durante la visione della tipica città abbandonata avvolta nella nebbia. E anche l'arrivo del piano non smorza i toni, portandola anzi a momenti più elevati di tragicità. E infine Unsolved e le sue chitarre che ti fanno pensare di essere in una sezione cantautorale dell'album, e tutta la malinconia di quelle note di piano che arrivano a fare da corollario all'iniziale sensazione di relax infusa dai suoni dell'acustica. Ma poi, quando la sei corde si ferma, ecco un vago sentore di concordia, di pace interiore, tutte le vibrazioni entrate nelle ossa ne escono lasciandoti soddisfatto. E al secondo ascolto queste intense sensazioni non faranno altro che aumentare, senza mai diminuire, raggiungendo il climax dopo cinque o sei ascolti, indispensabile per trovare la dimensione giusta di ciò che si sta ascoltando.

Ascoltare questo EP è come partecipare ad un listening party terapeutico, dove ogni nota colpisce una parte diversa dei sensi della persona che la subisce, con il duplice scopo di procurargli piacere uditivo e infondergli impulsi di conciliazione interiore, come a volergli mitigare i problemi della vita di tutti i giorni, come a volerlo anestetizzare e isolare da tutto ciò che lo circonda. Tutto questo perché oltre ad una grande capacità di composizione, i Portland Souvenir hanno anche una grande tecnica e utilizzano dei suoni di grande impatto emotivo. Gli inglesi direbbero "they strike the right note", e in questo caso avviene sia letteralmente che in senso figurato.
Grandi Portland Souvenir, un disco che non può mancare nella vostra collezione.

Voto: 8.5

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