giovedì 8 luglio 2010

GTBT incontra La Scena Italiana #1: Edipo

Edipo è il nome d'arte che Fausto Zanardelli ha scelto per il suo ultimo progetto. La recensione del suo primo disco si trova qui, e qui sotto invece, in esclusiva per Good Times Bad Times, un'interessante intervista che si prefigge l'obiettivo di delineare la figura di Edipo, spiegare il significato del progetto e andare ad estrapolare anche qualche curiosità dal genio di Fausto. Buona lettura.  

-INTERVISTA-
Ciao Fausto, un saluto dallo staff di GTBT e grazie del tempo che ci dedichi. Sei uscito ultimamente con un nuovo progetto e un disco molto interessante. Alcuni lo sanno già, altri magari non ne hanno sentito parlare. Introducilo un po', di cosa si tratta? 
Ciao a tutti, la mia “ultima fatica” e’ stata proprio il dare vita ad un progetto musicale che in questo momento mi rappresentasse, ed e’ nato EDIPO. Con questo pseudonimo ho firmato il mio primo album “Hanno ragione i topi”. Un progetto di musica "pop" dove pop cerca di stare per popolare e non per banale.

Il nome d'arte che hai scelto fa riferimento all'eroe della mitologia greca o a cos'altro? Spiegaci la scelta e cosa vuole indicare.
Cercavo un nome facile da ricordare e sono incappato involontariamente nel film Edipo Re di P.P. Pasolini. E’ stata una scintilla, il nome mi piace perché racchiude dentro il suo mito il succo del conflitto generazionale, senz’altro uno dei motori del mio “voler far musica”.

Nei tuoi testi ricordi molti cantautori della scena vecchia e recente, ma fare nomi non è sempre positivo. Se dovessi definire i tuoi testi, come li inquadreresti con un paio di termini? Io direi "riflessivi" e "descrittivi", descrittivi di una realtà che insomma, riguarda tutti noi. O sbaglio?
Sicuramente descrittivi! Il mio intento e’ di fare qualcosa in cui tutti si rispecchino partendo da qualcosa che invece e’ molto mio. Diciamo che ambisco al dono della sintesi, almeno ci provo. Una cosa che mi rende immensamente felice e’ che i testi sono proprio ciò su cui si sta concentrando positivamente la critica di settore.

Le tue esperienze passate non sono certo passate inosservate ma hanno avuto anzi una certa risonanza mediatica. Cos'è rimasto nella musica del tuo nuovo progetto? Senti di esserti evoluto o gli echi di progetti come Edwood rimangono anche in Edipo?
A livello stilistico Edipo e’ sicuramente una pagina inedita nel mio percorso artistico. Una delle cose che mi e’ piaciuta e’ scoprire a posteriori delle similitudini con artisti che ho sempre ammirato senza pero’ averle cercate, come dire, arriva un giorno che con il tuo bagaglio di esperienza ti metti semplicemente a scrivere canzoni e trovi un tuo stile autentico.

Come sono i tuoi concerti? Lasci spazio solamente alla musica e alle parole, o ci sono anche apporti scenografici o di contatto col pubblico? Ascoltando le tue canzoni mi vengono strane idee su oggetti che si potrebbero associare alle parole o cose di questo tipo. Che ne pensi?
Mah, non saprei, essendo i testi molto “onomatopeici” si prestano molto a rappresentazioni visive; purtroppo, sai com’è, quando giri ti trovi a tagliare tutti i fronzoli e quindi per il momento mi limito ad un concerto rock, poi l’ interazione con il pubblico per chi fa il mio mestiere e’ la linfa di tutto.

Un paio di domande canoniche. Che ne sarà del progetto Edipo, continuerà o cambierai di nuovo volto prossimamente? Inoltre che ne pensi del panorama nel quale ti muovi? L'Italia è piuttosto fiorente in quanto ad underground ma il clima non è sempre lo stesso in tutte le regioni. A casa tua come si sta?
Beh, me la chiami…”a casa mia piove”…no, apparte gli scherzi, Edipo sicuramente continuera’, anzi, esiste già più della meta’ del prossimo disco che poi vedro’ strada facendo dove destinare. Il panorama indipendente e’ molto prolifico, escono dei buoni prodotti, l’importante e’ che un gruppo o un solista abbia una forte personalita’ e al momento ce n’e’ in giro di roba che spacca.

Arrivati a questo punto, non mi resta che chiederti: in cosa hanno ragione i topi?
Nel sapersi accontentare, nell’usare i nostri scarti per alimentarsi, in natura non vince il piu’ evoluto, ma il piu’ prolifico, quindi hanno ragione i topi a non evolversi, il progresso non e’ sempre sinonimo di perfezionamento.

Grazie di averci dedicato un po' del tuo prezioso tempo, ci sentiamo presto
Grazie a voi, sicuramente ci sentiremo presto!

Fausto Zanardelli ed Emanuele Brizzante per GTBT

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