venerdì 16 luglio 2010

GTBT Incontra la Scena Italiana #3 - Rummer and Grapes

Prima di conoscerli non pensavo che a Terni ci fosse una buona scena rock, invece i Rummer and Grapes rappresentano perfettamente la loro città dal punto di vista musicale. Il loro sound molto alternative rock inglese (placebiano, per dirla con un aggettivo inventato adesso), si coniuga perfettamente con un uso ottimo della lingua britannica nei testi, come dimostra Every Damned Friday, pubblicato con New Model Label e da noi recensito qui. E gli abruzzesi sono qui con noi per rispondere ad alcune domanducole. Buona lettura.

-INTERVISTA-

Ciao amici dei Rummer and Grapes. Dopo aver recensito il vostro disco su GTBT ci siamo interessati a voi ed eccoci per qualche domandina. Innanzitutto grazie di aver accettato. Lascio a voi un piccolo cenno introduttivo/storico sulla vostra formazione, dite quello che volete e quanto volte
Ci conoscevamo già da tempo, suonavamo insieme in una cover band finchè un giorno abbiamo deciso di provare a suonare qualcosa di nostro. Da li a poco è nato il nostro primo album, un lavoro fatto in poco più di due mesi che ci sta dando già qualche piccola soddisfazione.

Interessante il modo in cui la voce della vostra frontwoman Simona si piega a diversi registri e timbri, e per questo dobbiamo sicuramente farle i complimenti. Quali sono i vostri ascolti che pensate si sentano in maniera più distinguibile nelle vostre canzoni?
Nelle nostre canzoni si sente una forte influenza brit di gruppi come Interpol, Placebo, Franz Ferdinand, Garbage e Kooks. Molte altre sono le influenze personali presenti nel nostro modo di suonare, si va dal rock anni 70 dei Led Zeppelin, Deep Purple, Who al pop anni 80.  

Voi venite da Terni, una città che bene o male non è mai stata rinomata per il rock. Com'è la scena "underground" nella vostra provincia e nella vostra regione?  Vi sentite di consigliare a band emergenti esterne di venire a fare qualche data là?
Purtroppo nella nostra città, come nell'intera regione, ci sono molti gruppi ma pochissimi club che permettono di suonare live.Questo è veramente un peccato visto il grande interesse e la gran quantità di persone che suona. Al dire il vero l'unico locale che permette di suonare a Terni è lo Skylab, questo è l'unico che ci sentiamo di consigliare.

Cosa ne pensate del mondo della critica musicale? E' difficile valutare con poche parole il lavoro di anni di composizione, e spesso gli accostamenti con altri gruppi tendono a sminuire il risultato finale. Vi sentite compresi da chi ha parlato del vostro materiale?
Crediamo che giudicare un lavoro di mesi in poco tempo sia veramente difficile. Molte volte però alcuni critici esagerano nelle loro recensioni sul fatto dell'originalità delle band, forse per essere alternativi o per darsi un tono.Vorrei ricordare che essere originali oggi è difficilissimo, se pensiamo che tuttora la musica anni 70 influenza fortemente molte band, e non ce niente di sbagliato prendere spunto dai grandi del proprio genere.

Il nome del vostro ultimo, e se non sbaglio unico, full-length è "Every Damned Friday". Perché questo titolo? C'è un legame con i titoli delle canzoni?
Il titolo del disco è preso dalla canzone Short Drink, forse è proprio la frase che nel momento della realizzazione del disco ci rappresentava di più, in quanto parla dei nostri venerdì passati insieme nei locali. 

Come sono i vostri concerti? Avete in scaletta anche cover, reinterpretazioni o materiale "non musicale" o vi concentrate nel trasmettere la vostra produzione? Alcune canzoni non sarebbero male, secondo il mio modesto parere, accompagnate da immagini, proiezioni, ecc. C'è molto colore, diciamo
Per il momento è inevitabile fare anche cover, solo con nostre canzoni non riusciremmo a tenere un live di circa 2 ore, naturalmente molte di queste sono reinterpretate nel nostro stile. A dire il vero non avevamo ancora pensato a una cosa del genere, grazie per l'idea, chissà che in futuro non lo faremo.

Come nasce una canzone dei Rummer and Grapes?
Di solito nascono insieme nella sala prove. Si parte quasi sempre da un riff, poi s'inizia a lavorare ad una melodia da mettere sopra ed infine si adatta il testo alla melodia.

Grazie di esservi prestati a questa intervista. Le porte di Good Times Bad Times sono sempre aperte per voi Rummer and Grapes. Un saluto! 

Emanuele Brizzante e Luca Ferrotti per GTBT

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