domenica 1 agosto 2010

Menuagia Mora - Coulrofobia (autoproduzione, 2010)


Tracklist:
1. Avido
2. Confini
3. Cuore e Carne
4. Dissento
5. Giorni di Giada

6. Poli-ticos

Recensione:

Coulrofobia, un disco del progetto Menuagia Mora, merita un po' di introduzione, della quale, per i detrattori dei preamboli, mi scuso. Menuagia Mora è un progetto di "pop violento", com'è già stato definito altrove, veneziano, registrato nello studio Nigrelli's e masterizzato dal celebre Max Trisotto, già collaboratore di band venete come Riaffiora, Pitura Freska, Jennifer Gentle, Francesco Cerchiaro e Wora Wora Washington e poi di artisti più rinomati del calibro di Estra, Beatrice Antolini, Marta Sui Tubi, Non Voglio Che Clara e tanti altri. Aggiungiamo che nell'album sono contenute narrazioni riguardanti il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992 Giovanni Falcone (vere e proprie citazioni di frasi da lui pronunciate all'epoca degli "omicidi eccellenti") e che ogni copia venduta manda direttamente un euro ad Emergency e il gioco è fatto.
Un progetto tanto ambizioso, già per i nomi che vi ruotano attorno, ma che ha comunque basse pretese per quanto riguarda il tipo di cerchia nella quale desidera inserirsi (lo si capisce anche dall'incartamento e dalla presentazione un po' low-budget di copertina e stampa del disco, motivabile anche come basse disponibilità economiche che comunque non si possono certo imputare agli autori come una colpa, sia chiaro). Contiene un pop altamente contaminato di cantautorale, su molti versanti vicino al rock italiano "tipo", quello di Litfiba e Timoria. Corre quindi su binari più classici, e non poteva che essere altrimenti visto il tenore di testi, spesso energetiche invettive o testi abbastanza politicizzati, sebbene sia doveroso specificare che le tematiche sociali sono vagamente intrise di una svolazzante e tersa atmosfera intimista, che rifugge nel realismo per narrare momenti di vita di tutti i giorni, quasi come si fosse tornati al "verismo" verghiano che mai si è espanso troppo nei rivoli della musica italiana (o forse un po' nella disillusione di De Andrè l'avrà fatto?). Ruvide reminiscenze grunge (in "Dissento"), qualche gesto funk di puro condimento e sensazionali impennate di chitarra, che purtroppo non rasentano mai l'originalità che meriterebbero; siamo sinceri, il senso del disco è un altro e i testi molto intensi di Andrea Sarzo-Herschelmann e Ali Marella assumono una dimensione diversa trasferendola anche alla musica che perde così il suo significato di puro contorno per tingersi di toni più accesi e vividi. Forse sarebbe meglio dire vivaci, o variopinti. Si, perchè c'è di tutto in un disco così, in alcuni momento melodico come la canzonetta all'italiana richiede, in altri quasi melodrammatico però sempre sul filo del rock, con distorsioni tese a graffiare, taglienti e scheggiate, con una lieve smussatura che tocca solo la parte ritmica, a lasciare il sound sempre abbastanza sporco e, per l'appunto, rock. Forse addirittura punk, nell'anima perlomeno.
Ottimi testi, buona tecnica, interessante produzione. Insomma un lavoro che merita sotto vari aspetti e che non lascerà a bocca asciutta praticamente nessuno che non si aspetti troppo da un progetto che ha la "minutaglia" (la "menuagia" in veneto, come ricordano gli stessi artisti nello space, è un tipo di pesce, o di pesciolini, piuttosto costosi che si usano nella frittura, ma "menuagia mora" in realtà fa direttamente riferimento ai soldati che si presentavano senza divisa, risultando irriconoscibili) già nel suo nome. La voce caratteristica, stabile e piena di Ali non vi deluderà, promesso.


Voto: 7.5

2 commenti:

  1. Emanuele
    Grazie mille per le parole!
    Sei riuscito a fare un sunto perfetto di mille confronti, aggiustamenti ai testi e alle musiche.. 6 mesi di vita in 40 righe e 30 minuti di musica.
    Bello!

    Menuagia Mora

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  2. Grazie a voi ragazzi, se farete altro materiale sarò felice di parlarne su questo blog.
    Emanuele

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