giovedì 16 settembre 2010

Muse Live @ Wembley Stadium, Londra 10 Settembre 2010


Spettacolare. Tutto quello che fanno i Muse da quando esistono si può semplicemente definire così. Sotto il profilo artistico, per la loro capacità di forgiare dischi che impattano a mille contro quasi-chiunque li ascolti, per l'evidente disinvoltura con la quale riescono a saltare di palo in frasca componendo serenate al limite del pop commerciale e poi rockettoni da pogare sfrenatamente. Sotto il profilo dell'intrattenimento e dei concerti, per la loro grandissima abilità nel tenere il palco e nell'eseguire brani per niente facili in maniera superba, con una produzione che fa paura anche ai più grandi. Non stupisce visto che ormai fanno parte di questa categoria. Consacrati da anni alle glorie più alte da giornali e TV musicali, inseparabili da milioni di fan, eccoli sbarcare in uno degli stadi più grandi del mondo, Wembley, nella capitale inglese. Capitale non solo di uno degli stati che più di ogni altro contribuisce continuamente a cambiare la storia della musica e a riempire le classifiche di talenti, ma anche il centro più importante dell'arte del paese. Un evento come questo, diviso in 2 giorni di cui uno sold-out e l'altro quasi (molti posti vuoti a causa del bagarinaggio), pubblicizzato già un anno prima con qualsiasi mezzo mediatico che il 2010 possieda, attira l'attenzione di chiunque sappia cos'è una chitarra, e infatti allo stadio insieme a decine di migliaia di fans si trovano anche persone visibilmente spaesate, ma calamitate dall'importanza e dall'attuale fama dei tre (quattro sul palco) di Teignmouth.
La scaletta della serata che ho potuto seguire, cioè la prima delle due, è senz'altro interessante. La stragrande maggioranza delle canzoni eseguite è, ovviamente, tratta dagli ultimi due dischi, con un paio di sorprese che si intitolano "I Belong To You (Mon Coeur S'Ouvre A Ta Voix)", direttamente da Resistance ma inclusa nei live solo di recente, "Soldier's Poem" nel primo applauditissimo encore, e "Take A Bow" eseguita da Matthew Bellamy su una piattaforma rialzata (dove andranno anche bassista e batterista per una jam elettronica a metà concerto) con una tuta luminosa, come dimostra il video sottostante. 

Ecco l'intera setlist:
UPRISING
SUPERMASSIVE BLACK HOLE
NEW BORN
NEUTRON STAR COLLISION (LOVE IS FOREVER)
BUTTERFLIES & HURRICANES
GUIDING LIGHT
HYSTERIA
NISHE (Jam)
UNITED STATES OF EURASIA
I BELONG TO YOU (MON COEUR S'OUVRE A TA VOIX)
FEELING GOOD (cover)
MK JAM
UNDISCLOSED DESIRES
RESISTANCE
STARLIGHT
TIME IS RUNNING OUT
UNNATURAL SELECTION
-Encore1-
SOLDIER'S POEM
EXOGENESIS: SYMPHONY, PART 1: OUVERTURE
STOCKHOLM SYNDROME
-Encore2-
TAKE A BOW
PLUG IN BABY
KNIGHTS OF CYDONIA

Tra le canzoni eseguite vince la palma d'oro di miglior resa in concerto la sempre stupefacente "Plug In Baby", seguita a breve distanza da "Knights of Cydonia" e "Stockholm Syndrome". La potenza che questi tre riescono a concentrare con un solo backliner è strabiliante, e la fisicità con la quale il folto pubblico segue ogni nota è stucchevole, così com'è stucchevole l'accompagnamento a dir poco corale di ogni singola parola in ogni singolo pezzo. Come già dicevo nella recensione dello scorso live a Bologna, ci sono solo due canzoni che rendono meglio su disco e si chiamano "New Born" (troppo lenta) e "Undisclosed Desires", l'unica canzone nella quale il livello dei volumi sarebbe da rivedere massicciamente, perchè perde davvero tantissimo nonostante l'esibizionismo dei tre. Per niente male la criticata "Neutron Star Collision (Love Is Forever)": si sa, a molti duole sapere che i propri beniamini si vendono per fare la colonna sonora di un film per ragazzine sfigate, ma la triste verità è che i soldi non ti fanno rimpiangere proprio nulla. E poi, se siete veri fan, saprete anche che è la terza canzone che includono nella colonna sonora, mica la prima (e le fan di Robert Pattinson si beccano anche una versione "alternate" di "I Belong To You" sulla colonna sonora di New Moon).

Coreograficamente non badano a spese. Un pallone-schermo che spesso mostra un occhio (presumibilmente quello del "Big Brother" di orwelliana memoria), un palco a punta con un numero impressionante di schermi e luci, vestiti luminosi, la già citata piattaforma che rotea, si sposta e si alza, fumogeni, e un ufo gigante che arriva sul pubblico con tanto di ballerina che si esibisce in una pericolosa danza sospesa in aria. Anche questo contribuisce allo show, la parola migliore per definire quest'esperienza in cui tutto quadra: Bellamy, più egocentrico che mai con le sue mises sgargianti, non sbaglia un colpo, da vero rocker lancia due volte la costosissima Fender con Kaoss Pad incorporato; la scaletta che nonostante un'alta concentrazione di singoli e ballads, sfodera momenti da pogo che il pubblico non si lascia sfuggire; un'acustica perfetta grazie ad un impianto da migliaia di euro (o sterline) che raggiunge ogni centimetro dello stadio alla perfezione, aiutato da un sound ottimo (e ci mancherebbe, vista la strumentazione sfoggiata dai tre); un palco che colpisce alla vista per i numerosi effetti scenici e una costruzione particolare che, a detta di Matthew, richiama 1984 di Orwell, come molti dei testi dell'ultimo lavoro del trio inglese. Dopotutto lo sanno tutti che un concerto dei Muse non te lo dimentichi più, neppure se è il decimo che vedi. Peccato solo che la scaletta del giorno dopo, nettamente migliore, ma io, almeno, posso consolarmi con "Butterflies & Hurricanes" che live spacca come poche altre. Magistrali, punto e basta. 

* Video di "P10power"

* Video di "Antaresu"

3 commenti:

  1. Grande!!!!c'ero anche io!!!confermo tutto quello che scrivi e posto il tuo blog sul mio fb's profile!!!

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  2. Grazie mille Giuse, torna pure a leggere GTBT in qualsiasi momento, ci farà sempre piacere.

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  3. C'ero anche io che spettacolo!!!!!!!!!

    Vale

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