venerdì 19 novembre 2010

Korn - Korn III: Remember Who You Are (Roadrunner, 2010)


Tracklist:
1. Uber-Time

2. Oildale (Leave Me Alone)
3. Pop A Pill
4. Fear Is A Place To Live
5. Move On
6. Lead The Parade
7. Let The Guilt Go
8. The Past
9. Never Around
10. Are You Ready to Live?
11. Holding All These Lies


Il nono disco. Sotto Roadrunner. Subito occorre dire che è la fine, per un gruppo già finito da tempo come i Korn. E' vero, hanno dato tanto, hanno fatto tanto di bello e sono stati incredibilmente influenti negli anni '90, ma non sarà arrivata l'ora di staccare la spina? Lo scoprireremo solo vivendo, intanto questo Korn III: Remember Who You Are è un vero tuffo nel passato, alla faccia di tutti quelli che dichiarano sempre di fare un disco "simile a quelli degli esordi" solo per suscitare più interesse e vendere più copie a scatola chiusa, salvo poi rimanerne delusi. Ma effettivamente qualche motivo per rimanere delusi da questo disco c'è, perché la potenza e la spietatezza dei loro primi quattro dischi non si è mai più ripresentata, per quanto sia stato possibile mascherarla nei live e negli album successivi grazie a produzioni multimilionarie che hanno provveduto sempre molto bene a creare una parvenza di potenza che gli desse un'aria di band continuativa e in assenza delle condizioni necessarie a dichiarare il fallimento.
A salvarli dal declino degli ultimi due dischi, See You On The Other Side e Untitled, a dir poco osceni (e non lo dico per scherzo), arriva un piatto ricco di ritornelli potentissimi, distorsioni al limite del grezzo, un comparto ritmico incredibilmente preciso e distruttivo, affidato a Fieldy e al nuovo batterista Ray Luzier, che davvero ricordano l'epoca d'oro della band che fu originaria di Bakersfield prima di perdere i pezzi e prendere componenti un po' da ovunque in America. Purtroppo l'assenza di Silveria e Head si fa sentire, e il senso di vuoto si avverte nonostante pezzi volutamente super-energici e carichi come la funky-metal "Fear Is A Place To Live" e "Oildale (Leave Me Alone)", grazie ad un'interpretazione ottima di Jonathan Davis che le prova tutte per dimostrarsi ancora "quello di una volta." Non lo è più, e le sue strillate risultano ridicole e forzate in più di un punto, salvo poi correggersi quando si ha a che fare con atmosfere più distese come quelle di "The Past" e "Move On".

Il problema principale è l'assenza di un punto di rottura, un qualcosa che ti faccia assaporare la novità del "nuovo disco". A volte si accoglie con difficoltà il cambiamento, e questo lo si può benissimo capire, ma anche quando si vuole continuare sulla stessa strada o riprendere vecchi stili bisogna comporre brani d'impatto, d'effetto, che non prendano solo gli aspetti che hanno funzionato in passato riportandoli di pari passo, ma riscrivendoli con la stessa verve e lo stesso spirito, che qui evidentemente mancano. Basta ascoltare, ad esempio, "Lead The Parade" o "Never Around" e la domanda che sorge spontanea, vedrete, sarà: "Ma chi vogliamo prendere in giro?" 

Ragionando per pro e contro, questo disco è abbastanza equilibrato e pertanto ruota attorno ad un giudizio sufficiente.
Pro:
- tutti i fan vogliono sentire la band picchiare fortissimo, urlare come una volta, spaccare tutto come una volta, e qui lo fanno

- la produzione di Ross Robinson è ottima e dona una veste volutamente graffiante ed originale ad ogni singolo pezzo
- i nuovi musicisti reclutati nel tempo spaccano di brutto

Contro:
- non c'è nulla di nuovo e questo rende il disco completamente privo di originalità e di appetibilità, insomma che motivo c'è di ascoltarlo?
- Davis si sforza troppo di sembrare il grande screamer di quindici anni fa ma l'età si fa sentire

- i brani sono carini ma mancano di quella verve che ha saputo rendere influenti e a loro modo storici tutti i brani dei primi album

I Korn non sono più quelli che erano e, per questo motivo, possono ficcarsi il titolo dove dico io. Senza troppa cattiveria, sia chiaro, perché sono pur sempre una di quelle band con cui buona parte di noi è cresciuta. Ma per quanto dovremo ricordarceli come dei falliti, non è ora di andare in pensione? Al prossimo perchè il salvataggio in extremis ha funzionato. 

Voto: 6-

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