domenica 21 novembre 2010

Public - Oracolo (Lavorare Stanca/Fosbury Records, 2010)


Tracklist:
1. Canto per Scongiurare

2. Tra Gli Amici
3. Vedi Parigi
4. Notte Caleidoscopica
5. Oracolo
6. Massacrarsi Fino A Perdere I Sensi
7. Il Lato Magico Della Strada
8. Nel 2020
9. In Questo Incanto
10. Un'Altra Idea
11. Storia di una Ballerina

Posso dire subito che si sente che è prodotto da Fabio de Min? Un po' per affrontare il discorso con la tenacia giusta e un certo senso di "preconoscenza" della materia. Detto questo, aggiungiamo anche che i Public non hanno niente a che fare coi Non Voglio che Clara, ma propongono un rock particolare che dondola tra cantautorato, rock d'autore e limature pop che svolgono da contraltare ad una pesantezza che soprattutto in alcuni testi rischia di "stropicciarlo". 
La verità è che ascoltare Oracolo significa arrivare impreparati a riscoprire qualcosa che in Italia abbiamo smarrito da tempo: la capacità di lamentarci. Perchè lo facciamo sempre per le stesse cose, sempre per gli stessi cliché; ma il vero lamento emozionale che viene da un disagio interno è scomparso (o rimasto legato a personaggi discutibili come Fabri Fibra, che interpretano un disagio talmente fittizio da risultare imprescindibile agli occhi dei più), e i Public lo riescono ad incarnare in maniera superba, pur senza parlare di niente, lasciando sempre la parola a sentimenti superficiali ma che sono esplorati in maniera completa, utilizzando un lessico adeguato. E adesso la mazzata: i momenti malinconici e tristi di Oracolo sono quelli peggiori, quelli in cui gli arrangiamenti perdono in resistenza e compattezza, quelli in cui sembra di ascoltare una canzone già sentita. Ci si imbatte invece in qualcosa di veramente interessante quando la spensieratezza prende il sopravvento sui ritornelli, con le atmosfere più rilassate e distese di brani come "Notte Caleidoscopica" e "Tra Gli Amici", che lasciano comunque il tempo che trovano giacché, dopo qualche ripetuto ascolto, ci si accorge che l'unica a parte che tiene il banco è il refrain, appunto, spensierato, che riesce a creare una situazione tragicomica se posto in contrasto con il resto del disco. Smielosità post-punk nella title-track, brano che comunque funziona, e nervosismi per amore nella traccia di apertura, "Canto per Scongiurare", dove alcune scelte semantiche ricordano anche Godano dei Marlene Kuntz, ma molto alla lontana.

Il punto forte dei Public è la scelta del sound, un sound che senza l'alta definizione da major riesce ad essere presente ed è in grado di colonizzare l'ascolto, facendo da contrappeso alla pochezza di un paio di brani in particolare. Il grosso, poi, lo fanno i testi, ben scritti e collegati, tutti adatti a raccontare una storia che molto probabilmente solo lo scrittore stesso riuscirà a cogliere appieno. Il songwriting resta buono ma, come abbiamo già detto, si dimostra fragile quando deve essere usato per comunicare sentimenti più negativi, tristi, o incazzati, lasciando invece la funzione di veicolo di emozioni ai brani più allegri. Un disco per pochi, ma che piacerà a molti, lo sappiamo, siamo in Italia e ci si stupisce per tutto, per poco tempo. In ogni caso, uno sforzo che si deve apprezzare perché sa farsi apprezzare.

Voto: 6.5

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