venerdì 4 novembre 2022

Marilena Anzini - Gurfa (Autoproduzione, 2022)



Classe 1964 e all'attivo professionalmente da circa il 1998, Marilena Anzini ha basato buona parte della sua carriera sullo studio della voce, studiando con la cantante Rhiannon, andando in tour con ensemble internazionali di improvvisazioni vocale e lavorando come docente. "Gurfa", parola araba che identifica la quantità d'acqua che si può tenere in una mano, è il suo secondo lavoro discografico ed è una sorta di operazione concettuale nella quale si cerca di trovare parallelismi tra l'acqua, intesa come sorgente di vita, e la musica. Il contenuto lirico, a volte in Italiano, a volte in Inglese, è soprattutto improntato verso una matrice filosofica, come in "Belli numeri" e "Details", ma lascia anche spazio a sensazioni più umane come la malinconia di "Due febbraio" e la love story di "Ink and Tea"

Per quanto riguarda, invece, il contenuto musicale, si può fare tranquillamente riferimento alla copertina del disco: si tratta di una produzione molto delicata, nella quale la voce fa da padrona, talvolta a cappella, talvolta con strumentazione che coinvolge basso, batteria ma anche violoncello e didgeridoo utilizzati in maniera discreta in modo da rimanere comunque sempre in sottofondo. Delle otto canzoni contenute nell'album, quelle che rendono meglio sono sicuramente le quattro cantate in Italiano: non tanto per un discorso compositivo, quanto perché la voce di Anzini sembra adattarsi meglio alla  lingua Italiana e a cantare con maggior convinzione interpretativa. Molto spesso, i brani digrediscono verso momenti corali e questi risultano i momenti più apprezzabili del disco, soprattutto in "Nuvole e rose" e "Filligree", le cui sezioni centrali sembrano composizioni a sé stanti, di gran lunga superiori alle canzoni di cui fanno parte. Un discorso a parte lo merita la conclusiva "Marea", intesa come opus magnum del disco: una composizione multiparte, integralmente eseguita a cappella che culmina in una prestazione vocale del tenore Oskar Boldre.

Nonostante si tratti di un lavoro che certamente ad un primo ascolto non manca di lasciare impressionati, se non altro perché suona abbastanza originale ed è prodotto e arrangiato in maniera molto gradevole, "Gurfa" ha però il difetto di mancare un po' troppo di immediatezza. Il che, a seconda della sensibilità dell'ascoltatore, può portarlo a voler approfondire di più ma anche a ritenere che un solo ascolto sia sufficiente. Resta comunque un lavoro piuttosto ambizioso e abbastanza riuscito nella realizzazione: la stesura è studiata piuttosto bene, Marilena Anzini dà l'idea di essere un'artista che non ha solo delle idee precise del tipo di contenuto che vuole creare ma anche di come cercare di realizzarlo al meglio. 

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