Il supergruppo "UK" si era formato appena un anno prima. La formazione per il primo disco era qualcosa di straordinario: John Wetton (basso, voce), Allan Holdsworth (chitarra), Eddie Jobson (tastiere, violino) e Bill Bruford (batteria).
Dopo il tour successivo alla incisione del primo disco, Bruford abbandona per proseguire la sua carriera solista, portando con se Holdsworth.
Wetton e Jobson decidono di non prendere un chitarrista e assoldano l'americano Terry Bozzio, una scelta fantastica.
Questa nuova line-up a tre registra il suo secondo (e ultimo) album in studio. Le traccie contenute in questo album, se vogliamo, sono più semplici rispetto ai lavori contenuti nel loro primo lavoro, ma non per questo risultano inferiori.
Anzi, a mio avviso questo disco è ancora meglio di "UK", e Bozzio è un batterista spettacolare.
La title-track apre il disco, e dopo un maestoso intro di batteria e sintetizzatore inizia il brano vero e proprio: un rock con ritmo irregolare e una splendida linea vocale. "Rendevous 6.02" uscì anche come 45 giri, ed è una splendida ballata, dominata dal sognante piano di Jobson.
"The Only Thing She Needs" ci ricorda le composizioni del primo album (infatti fu scritta durante il tour del medesimo), e ci offre una bellissima performance batteristica di Bozzio.
"Caesar's Palace Blues" è un tour de force di Jobson al violino, che riesce a sostituire egregiamente la chitarra, e "Nothing To Lose" è una cavalcata che rievoca perfettamente le immagini del testo ("I got to run for my life...").
Siamo arrivati alla sesta e ultima traccia, un capolavoro. Un brano di 12 minuti e 20 secondi. Un brano che se fosse stato scritto nei primi anni 70 sarebbe stato ricordato come un capolavoro del progressive. Sto parlando della bellissima, evocativa "Carrying No Cross": la storia di un soldato che si perde in un accampamento nemico e si rende conto di quanto sia inutile la guerra.
L'apertura è affidata ad un intro di sintetizzatori che termina bruscamente, per lasciare spazio ad una triste (ma non lagnosa) parte vocale. Tutto questo finisce dopo qualche minuto, e inizia un intricata parte centrale, che dimostra che gruppi come Dream Theater o Tool, per quanto bravi siano, non hanno inventato nulla di nuovo. Il brano infine termina con una reprise della parte vocale.
Un disco veramente eccellente, da avere!
Dopo di "Danger Money", la band pubblicò un ottimo live album registrato in Giappone, intitolato "Night After Night", nel quale erano presenti anche due inediti. Dopo qualche mese di tournée, gli UK pubblicarono un 45 giri (entrambi i brani inediti su CD): il lato A conteneva una versione ri-registrata di "In The Dead Of Night" e il lato B un brano di Wetton, intitolato "When Will You Realize".
Quest'ultimo brano era un po' troppo catchy per gli standard del gruppo e gli UK decisero di prendersi una pausa riflessiva. Purtroppo però ognuno prese una strada differente (Wetton formò gli Asia, Bozzio entrò nei Missing Persons e Jobson si aggregò ai Jethro Tull) e il progetto UK finì lì.
Nel 1997 si parlava di "Legacy", un album reunion che avrebbe dovuto avere tutti i membri degli UK (Bruford, Wetton, Bozzio, Jobson, Holdsworth) nonché musicisti come Jeff Beck e Tony Levin come ospiti, ma non se ne fece più nulla.
Attualmente Jobson sta registrando un nuovo progetto (intitolato "UKZ") che dovrebbe perseguire la strada originale degli UK, anche se lui è l'unico membro rimasto.
Voto: 8.5
WHERE IS THE LINK TO DOWNLOAD PLEASE...? THNX.
RispondiEliminaYou'll never find a link. You can't download from here. This is a review site.
RispondiEliminaLook somewhere else, please