mercoledì 9 settembre 2009

Genesis - A Trick of the Tail (Charisma, 1976)


Nel 1975 Peter Gabriel abbandona i Genesis. Così, quasi senza preaviso, il poliedrico frontman, il poeta, annuncia che già da tempo si sentiva fuori dal gruppo e che preferirebbe mettere un po' di ordine nella sua vita piuttosto che proseguire la sua carriera coi Genesis.

Gabriel non resta in brutti rapporti con il gruppo (ci fu qualche collaborazione sparsa nel resto della carriera), ma lascia un grande vuoto che i compagni non sanno come colmare. I quattro dopo aver abbandonato l'ipotesi di una carriera strumentale rinunciano, e cominciano a provare diversi candidati. Purtroppo però i risultati sono disastrosi, ma i Genesis non mollano. La leggenda vuole che Phil Collins, batterista del gruppo dai tempi di "Nursery Cryme" (1971) e spesso corista o seconda voce, in un momento di disperazione sia entrato in studio e abbia registrato una traccia vocale. Il risultato era ottimo: la voce di Collins era simile a quella di Gabriel, ma non uguale. Più limitata magari, ma con la sua personalità e molto gradevole. Quindi si decise che Phil Collins sarebbe diventato il nuovo cantante e avrebbe mantenuto il suo posto da batterista in studio, mentre dal vivo sarebbe stato sostituito da un session man durante le parti cantate (prima Bill Bruford, poi Chester Thompson).

"A Trick of The Tail" è un ottimo disco di prog della miglior caratura, in nessun modo inferiore a "Trespass" o a "The Lamb lies down on Broadway". Mozzafiato l'apertura, affidata alla frenetica e coinvolgente "Dance on a Volcano", con un ritmo molto particolare e una bella linea vocale. La sezione strumentale è tecnicamente perfetta e la voce di Collins si amalgama perfettamente.
Un altro piccolo capolavoro è la maestosa e trionfante "Squonk", nella quale la chitarra di Steve Hackett risalta splendidamente.
Hackett è anche il principale autore di "Entangled", lunga e ispirata ballata acustica, mentre sono opera del tastierista Tony Banks la bella "Mad Man Moon", brano che forse dura più del dovuto, ma che di sicuro ha un'atmosfera che pochi sanno creare e la title-track, gradevolissimo brano con un feel molto Inglese.
"Robbery, Assault & Battery" è un brano complesso, che inizia con un tempo di marcia con un ritornello aggressivo e una sezione strumentale progressive al 100%, mentre per "Ripples" possiamo ripetere le stesse identiche cose dette per "Mad Man Moon".
Chiude l'album "Los Endos", eccellente strumentale che riprende quasi tutti i temi del disco. Particolarmente efficace risulta la reprise del tema di "Squonk" a fine brano. Curiosità, durante il finale del brano, nella versione studio Collins canta un frammento di "Supper's Ready", come omaggio a Peter Gabriel.
Termino l'analisi comunque parlando anche di Mike Rutherford, del quale non è possibile trovare un momento di spicco particolare nell'album, ma le cui linee di basso sono originalissime e geniali.

Come potete vedere siamo comunque a livelli molto alti. Il declino dei Genesis è iniziato dopo l'abbandono di Steve Hackett dal gruppo, ma fino al 1977 (e al live album "Seconds Out"), si va sul sicuro. Io, un ascolto a "Duke", lo consiglerei comunque, ma questo è un altro argomento.

Infine concludo consigliando la nuova edizione dell'album che contiene anche come bonus un DVD ufficiale con un live del tour.

Voto: 9

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