lunedì 5 ottobre 2009

Afterhours Live @ Estragon 3/10/2009




Gli inossidabili, dovrebbero chiamarli.
Che sia l'atmosfera sempre molto calda dell'Estragon a far sembrare ogni loro concerto “magico” è un'idea che può venire solo a qualche detrattore, perché gli Afterhours sanno proporre spettacoli indimenticabili in qualsiasi situazione. Ma qui si sentono a casa, e lo ammettono pure.
Un Manuel Agnelli davvero in forma, così come tutti gli altri (un po' sottotono magari Giorgio Prette, ma ormai bisogna abituarsi all'arrivo dei cinquanta), il solito suono curato che contraddistingue l'ultima parte della loro carriera, un pubblico veramente numeroso (l'Estragon praticamente saturo), entusiasta ed affettuoso, e un po' di ironia. Oltre alla musica, quella che non manca mai. 2 ore e trenta di vecchie e nuove glorie, partendo dall'immancabile terna “Male di Miele”, “Non è Per Sempre” e “Quello che Non C'è”, passando per le più rare (anche se non negli ultimi anni) “L'Estate” e “Bungee Jumping”, arrivando alle riuscitissime (più in live che su disco) “Tutti Gli Uomini del Presidente” (con un buon Dell'Era alla voce), “E' Solo Febbre” e “Tutto Domani”. Pollice verso per “Riprendere Berlino”, carina ma che manca di quella verve che la rende orecchiabile su disco (complici anche alcuni errori della sezione ritmica). Le migliori in scaletta rimangono quelle di Ballate per Piccole Iene, dall'emozionante “La Sottile Linea Bianca” alla conclusiva, pseudotragica, “Ci Sono Molti Modi”, sulla quale regalano qualche battutina ed un allungo finale definibile, con un termine molto colloquiale, “sborone” ma comunque azzeccato, in un live così “informale”. “Dentro Marilyn”, “1996” e “Dea” rientrano in setlist dopo un po' di tempo ed è delirio, così come per la richiestissima (e a volte Manuel se ne è pure lamentato) “Strategie”, perfetta se non fosse per le nuove linee di batteria di Prette che la sminuiscono parzialmente. Spazio anche ad un brano inedito di Roberto dell'Era, dal titolo (presunto) “The Tim and Tom Theme”, grazie al buon rendimento live dei suoi soffusi toni beatlesiani, e a tre cover, le già collaudate “Shipbuilding” di Elvis Costello e “What a Wonderful World” di Louis Armstrong (reazione quasi “da stadio” del pubblico a questo brano), insieme alla new entry “Sweet Judy Blue Eyes” dei cantautori Crosby, Stills & Nash, eseguita ottimamente con la formazione leggermente cambiata (Dell'Era alla chitarra acustica, Ciccarelli al basso, Agnelli e D'Erasmo senza i rispettivi strumenti alla voce). Indispensabili “La Verità che Ricordavo”, che Manuel esegue con i suoi soliti “svolazzamenti” di microfono, e “Bye Bye Bombay” nell'ultimo encore.

Ecco la setlist completa:

DENTRO MARILYN
MALE DI MIELE
SULLE LABBRA
E' SOLO FEBBRE
BALLATA PER LA MIA PICCOLA IENA
LA VEDOVA BIANCA
1996
I MILANESI AMMAZZANO IL SABATO
IL PAESE E' REALE
L'ESTATE
NEPPURE CARNE DA CANNONE PER DIO
RIPRENDERE BERLINO
NON E' PER SEMPRE
QUELLO CHE NON C'E'
MILANO CIRCONVALLAZIONE ESTERNA
LA SOTTILE LINEA BIANCA
BUNGEE JUMPING
E' LA FINE LA PIU' IMPORTANTE
MUSA DI NESSUNO
TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE
THE TIM AND TOM THEME (canzone di ROBERTO DELL'ERA)
TEMA: LA MIA CITTA'
LASCIAMI LECCARE L'ADRENALINA
DEA
STRATEGIE
SHIPBUILDING (cover di Elvis Costello)
- pausa -
IL SANGUE DI GIUDA
VOGLIO UNA PELLE SPLENDIDA
NAUFRAGIO SULL'ISOLA DEL TESORO
- encore -
SWEET JUDY BLUE EYES (cover di Crosby, Stills & Nash)
BYE BYE BOMBAY
LA VERITA' CHE RICORDAVO
WHAT A WONDERFUL WORLD (cover di Louis Armstrong)
CI SONO MOLTI MODI

Tecnicamente la band è risultata sopra la media. Lo status di salute si è rialzato di molto rispetto agli anni bui della voce di Agnelli (2005-2007), potente e precisa quanto non mai (anche nel cercare di raggiungere, a volte con successo a volte un po' meno, le note altissime del ritornello di “Dentro Marilyn”), grazie anche all'apporto scenico e musicale notevole di Rodrigo d'Erasmo, eccezionale anche per gli arrangiamenti delle vecchie canzoni che possiamo, ovviamente, apprezzare solo in queste circostanze. Su Giorgio ho già sprecato qualche parola sopra, e non mi ripeto.

A chi dice che gli Afterhours sono “morti”, sono “fiacchi” o sono una band alla mercé di Agnelli vada a vederli in queste condizioni. Ne uscirà frastornato, emozionato, coinvolto. Perché è impossibile, con una scaletta ed un'esibizione come quella di stasera, lasciare il sottopalco con questi commenti. Meritano davvero, non perdeteveli. 

*video sopra mio, video sotto di Streetspirit73, che ringrazio


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