venerdì 5 febbraio 2010

Weezer - Raditude (Geffen, 2009)



Gli Weezer, o meglio i “nerd per sempre”, hanno trovato la formula perfetta per stare nelle chart di tutto il mondo. Da sempre sparano singoli orecchiabilissimi nonostante l'incedere pesante di batteria e chitarre megadistorte, da sempre se ne escono con video simpatici a colpire l'attenzione anche dell'ascoltatore più “esteta” o più “divertibile”. Non sarebbe per niente un problema se i gioiellini dei primi dischi fossero ormai scomparsi, lasciando solo imitazioni di quei tempi e un senso di sbiaditezza che si porta via anche i pezzi più interessanti, colpevoli forse di essere troppo fiacchi, quasi mosci, incolori, sterili.
Ma questo disco ha anche i suoi punti di forza. Di per sé essere l'ennesimo disco degli Weezer significa già possedere una certa qualità. Il singolo (If You're Wondering If I Want You To) I Want You To è il pezzo più “eclatante” del disco, forse per la struttura ed il ritornello talmente radiofonici da piacere “per forza”. Potremo dire anche che non è facile costruire canzoni così commerciali, e soprattutto commerciali in questo modo. Turn Me Round, per esempio, è la versione super catchy delle vecchie hit di Pinkerton (mentre Let It All Hang Out è quasi sicuramente uno scarto del disco precedente uscito a fine duemilaotto). I'm Your Daddy, papabile secondo singolo, è un brano ballabile, power pop d'alto livello, potenzialmente un futuro classico anche ai live. Tra coretti, refrain indelebili e giretti di chitarra all'insegna del “non me lo posso scordare” (The Girl Got Hot ne è un esempio), gli Weezer sembrano davvero inarrestabili. Le sorprese cessano quando ascolti pezzi un po troppo “annacquati” come Can't Stop Partying, con il suo sobbalzare quasi hip-hop, un pezzo che poteva provenire da Sean Paul o da Pitbull, ma non certo da artisti come Rivers Cuomo e compagnia bella. Un altro pezzo abbastanza deludente è Love Is The Answer, che fallisce anche in quella formula di ripetizione memorabile dove tutte le altre tracce invece eccellono. Lasciandosi trasportare dal ritmo piuttosto sostenuto e quanto mai rock'n'roll di Tripping Down The Freeway (o della simil-Green Day/punkettini commerciali vari In The Mall), si è comunque costretti a dichiarare la sconfitta degli Weezer, che forse per scelta hanno smesso di cercare l'originalità in cambio di un modo di lavorare comunque vincente ma che decolora in maniera irreversibile i brani, con strutture più banali, troppo radio-friendly, a volte patetici. Ma del resto se cercate pop nerdacchione, con ritornelli-droga da cantare in qualsiasi situazione, testi da party a suon di birra analcolica e al limite spritz, per essere solo leggermente trasgressivi, prendetevi gli ultimi due dischi degli Weezer e non cercate più nessuno per qualche giorno. La terapia funzionerà.
Salviamo il salvabile. 

Voto: 6- 

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