giovedì 8 aprile 2010

Errors - Come Down With Me (Rock Action Records, 2010)

Tracklist


Gli Errors sono nientepopodimenoche una formazione scozzese, da Glasgow, pupilli dei Mogwai che se li sono coccolati per un tour europeo facendoli conoscere anche a chi non aveva mai scartabellato tra il loro MySpace e social network vari. Dopo un disco assolutamente brillante, fresco ed innovativo, propongono un altro prodotto di grandissimo livello, con un pizzico di sperimentalismo in più, pur senza creare generi o modificarne altri. 
Contiene, in ordine sparso: qualche grammo di eighties spremuti bene, una manciata di semi post-rock quasi connaturati pronti a germogliare in un probabile follow-up, arpeggini sottobosco di ballate elettroniche strumentali pseudo-progressive, suoni neanche troppo lo-fi ma che ricordano qualche vecchio sintetizzatore per Commodore 64. Bei tempi andati, con tutto il ben di Dio che nasceva. Va beh...
Definirli post-electro serve a poco, talmente poco che la definizione sarebbe sprecata. Però ci va vicino. Prendono con saggezza qualche cliché synth-pop ed elettronico per sistemarlo su nuovi canali, più vicini a quel tipo di colonna sonora che ti aspetteresti per una pubblicità d'auto (o una puntata di Top Gear). Provate voi, adesso, a rimanere impassibili davanti allo spettacolo che vi si pone davanti: ballad spezzate in momenti di furia drone, momenti di inesorabili rallentamenti da trip in acido, e forse anche la voglia di fuggire in un altro mondo, nella "spaziale" The Black Tent o nei toni smaccatamente post-cultura di Sorry About The Mess, con un suono di synth che ricorda colorazioni iridescenti e caleidoscopiche dai Grandaddy meno marcescenti e dai nostrani ...A Toys Orchestra. Lo so, gli Errors non li conoscono. Frenesia electro-dance con tunes particolarmente ballabili in Supertribe e A Rumor In Africa, quest'ultima facilmente riconducibile ai fasti del disco precedente, dove non mancavano le qui diffusissime possibilità di accostamento ai Battles o ai più commerciali LCD Soundystem. Si, ma quando non erano commerciali. Come suggerisce la partenza assolutamente azzeccata di Bridge or Cloud? con il suo nome vagamente psichedelico ed un accavallarsi di sintetizzatori quasi "console 16-bit". 
L'album si fregia in ogni caso di una produzione che dire eccelsa sarebbe riduttivo. Ascoltate un brano qualunque, poniamo Germany, ed esponete le vostre tesi su come sia possibile ottenere un sound così limpido e "al passo coi tempi" senza spendere mesi e mesi a registrare in studi ipertecnologici. Roba da major, lontana dagli Errors. E infatti ci hanno messo molto meno tempo, e sicuramente non ci hanno speso una fortuna. Ecco un'altra figata.  
Gli Errors non hanno ancora la stoffa per farsi conoscere dal grande pubblico però con un prodotto del genere, che rispetto al precedente garantisce una presa assoluta non solo su una forchetta di ascoltatori più ampia ma anche una miglior resa in studio (prima la differenza tra live ed album era veramente abissale), non possono far altro che assicurarsi un posto in prima fila per vedersi crescere nel numero di seguaci, magari rimanendo anche un po' interdetti. Perché la musica figa, negli ultimi anni, diventa sempre più appannaggio di tutti. Per me, problemi zero. Per voi? Gran disco. 

Voto: 8.5

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