martedì 8 giugno 2010
Level 42 - True Colours (Polydor, 1984)
I Level 42 sono da molti descritti come una band con grande potenziale sprecata. Tale definizione è però un po' esagerata, perché, se da un lato è vero che sono musicisti dotati di una tecnica incredibile che viene usata per comporre canzoni pop, dall'altro le loro capacità compositive, benché non fossero eccezionali, erano almeno buone.
Ovviamente il gruppo è conosciuto soprattutto per il cantante/bassista Mark King, vero e proprio king dello slap, che però, nonostante lo usi poco, trovo che sia molto più abile e gradevole nel pizzicato. Forse è per questo motivo che il brano che più preferisco nel disco sia proprio "True Believers", un brano nel quale King non usa praticamente mai lo slap e costruisce il brano basandosi su un'azzeccata linea in pizzicato supportata bene dal bravo Phil Gould alla batteria.
Altri brani degni di nota sono "A Floating Life", con una melodia di sintetizzatore che pare essere stata composta alla chitarra acustica, "My Hero", un ode a un imprecisato musicista jazz di cui i nostri erano appassionati probabilmente scomparso quell'anno, "Hours By The Window", brano quasi solo acustico nel quale Mark King abbandona ancora lo slap, e l'ottima ballata "Kansas City Milkman", cantata da Mike Lindup, tastierista schivo, ma in realtà co-leader del gruppo.
Questo disco contiene ben due hit dei Level 42: la celeberrima "Hot Water" e la meno conosciuta "The Chant Has Begun", un brano quasi tribale.
Il disco non è esente da punti deboli però, ovvero le mediocri "Seven Days" (la cui mediocrità sta nell'incapacità di trasformare qualche idea grezza con potenziale in qualcosa di più) e "Kouyate" (un brano brutto che non ha bisogno di giustificazioni).
Tralasciando qualche sonorità, il look tamarro dei musicisti e la copertina terrificantemente brutta (i pixel non sono un effetto di un ingrandimento malriuscito: sono così sulla copertina stessa!), questo disco non è poi così male, anche se non è un capolavoro e non è il loro disco migliore. Si tratta di un gradevole pop eseguito da musicisti di classe, ed è uno dei loro ultimi album a non suonare ridicolo.
Voto: 7+
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