martedì 13 luglio 2010

The Blast - Cut (Collettivo Mad Noises, 2010)


Tracklist:
1. C_U_T

2. Amaro
3. Kept in This Room

4. Second Mrs Panofsky
5. Vita in Trasparenza
6. Energie di fine Estate
7. Le Silence

"Cut" è il nuovo disco di The Blast, progetto nato in seno al collettivo di artisti autodefinitosi Mad Noises, più l'appellativo descrittivo "collettivo espressivista". Un'espressione ambiziosa, ma che ha dato vita a prodotti artistici raffinati, tutto sommato, di ottima fattura. 
Questo secondo disco ufficiale del progetto si presenta come un piccolo gruppetto di sette intensi pezzi, dal sapore occidentale ma vagamente psichedelico, forse teso a nord, ma a cosa serve sottolinearlo? Il nucleo del progetto è in mano a pochi, ma buoni, musicisti (in "Cut" sono tre, Antonio Serra, Francesco Bennardo e Natalia Longo, creando una vera e propria federazione per un prodotto finito assolutamente di qualità, compreso un packaging talmente low-quality, con quell'interno che fa molto origami "tagliate qui" che ti lascia ulteriormente soddisfatto.
Spulciando invece le tracce la cosa inizia a farsi più interessante. Dove sembrano i Marlene Kuntz o i primi CCCP, dove si ripercorre il taglio alternativo di CSI e Ustmamò, dove la psichedelia ti ricorda di guardare in direzione Inghilterra. Non solo Pink Floyd, ma anche Flaming Lips. L'inizio è più prettamente italico, con i primi due brani, soprattutto "Amaro", dove le linee vocali e il timbro ricordano le vecchie glorie dei Timoria ma strizzano l'occhio all'estero, senza lasciare mai il nostro paese in quanto ad intensità e romantiche visioni. Ottimi testo, apporto ritmico ed arpeggi di chitarra. Più graffiante e per certi versi jesuslizardiana "Kept in This Room", con qualche ricordo lontano di Jesus and the Mary Chain. Basta fare nomi, questo collettivo ci sa proprio fare, una volta squarciato il velo della poca varietà di un disco così, in realtà mai troppo banale. Dove ci si aspetta un cambiamento non arriva, e viceversa. La sterilità dell'immobilità. "Vita in Trasparenza", un post-punkettone di tutto punto, anni '90 pur con uno spirito più antico, vestito di ceneri e nuvole. In generale l'atmosfera è sempre molto buia, e anche "Le Silence", in chiusura, ti dà l'idea di un tunnel immensamente oscuro e triste, anche se non è questo ciò che con "Cut" i The Blast volevano comunicare. Quelle tensioni psichedeliche, le pulsazioni del cuore che vanno verso l'arresto, chitarre scattose e a volte melense, un songwriting assolutamente azzeccato, questi sono gli elementi che lo rendono grande.

Un bel disco che non aggiunge niente a tutti i discorsi già fatti nei generi nominati, ma sicuramente ascoltabile ed apprezzabile sopra quella linea che scandisce la media del periodo. Consigliato.  

Voto: 7.5

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