venerdì 29 ottobre 2010

Plurima Mundi - Atto I° EP (Autoprodotto, 2010)


Tracklist:
1. Ortus Confusus
2. Nei Ricordi Del Tempo
3. Laboratorio 30
4. Aria

Plurima Mundi è un progetto, vale la pena dirlo subito, molto interessante ma non alla portata di tutti. I sei musicisti che vi prendono parte sono tutti grandissimi strumentisti e in ogni secondo di questo EP lo si può tastare con immensa facilità ed immenso stupore. Massimiliamo Monopoli, al violino, e Francesco Pagliarulo, al pianoforte, danno quel tocco di vivacità in più ad un sound, nonostante tutto, orientato al classico piglio prog-fusion che conosciamo bene. La chitarra, delicata quanto precisa, di Zecca, fa il resto, accompagnata da una sezione ritmica (Massimo Bozza al basso e Pierfrancesco Caramia alla batteria) sempre al passo con il groove della canzone, tecnicamente perfetta e senza la minima traccia di sbavature od imprecisioni. A fare da collante la splendida voce di Grazia Maremonti, e la partecipazione, nel quarto pezzo "Aria" di Lino Vairetti, anche lui un musicista che non ha bisogno di presentazioni, con un curriculum di tutto rispetto. 
Nel disco troviamo quattro brani, tutti difficili da inquadrare con un'unica etichetta, ma che si stagliano senza problemi sopra un universo jazz, prog e fusion che poi si sporca anche di funky, musica etnica, blues e musica classica. Per converso, non si può certo sfuggire dal definire rock lo stampo del sound che viene impresso soprattutto dalla chitarra. Il brano più eccitato ed eccitante è senz'altro "Nei Ricordi Del Tempo", una prolissa ma efficace divagazione classica su ispirazioni progressive che sconfinano nel jazz del piano finale, con ampio spazio a virtuosismi e sezioni solistiche di chitarra e violino. Il brano più funkeggiante è senz'altro "Aria", anche se alcuni rimandi blues lo mantengono su una falsariga molto poco "happy".
 

Il mondo in cui i sei fanno collidere i vari generi citati è senz'altro un'inevitabile motivo di apprezzamento per questo EP. Resta da dire che, però, il modo in cui all'interno della loro presentazione la band considera questo prodotto innovativo e sperimentale rischia di farli sbandare verso l'autocompiacimento. In verità non si parla di nulla di nuovo, ma di un album raffinato, episodico (i brani sono tutti "momenti" a sé stanti), suonato perfettamente, con un'ottimo lavoro sui suoni nonostante sia un'autoproduzione e che lascia intravedere incredibili risvolti per il futuro.
Ottimo.

Voto: 8

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