domenica 22 settembre 2013

Elio e le Storie Tese - Gran Teatro Geox, Padova, 21/9/2013






Questa è la sesta volta che vado a vedere Elio e le Storie Tese, e, francamente, la cosa non mi ha ancora stancato. Questo concerto è stato l'ultimo del tour organizzato per promuovere il nuovo "Album Biango" (del quale potete trovare una recensione qui); tour nel quale il mitico Sergio Conforti (alias Rocco Tanica) non era presente, a causa di altri impegni lavorativi (sostituito da Vittorio Cosma, competentissimo tastierista già membro di PFM e collaboratore storico del gruppo, nel ruolo di Carmelo). Comunque, alle altre tastiere/campionamenti, rimaneva Antonello "Jantoman" Aguzzi, personaggio che resta sempre nell'ombra, ma musicista grandioso e impeccabile.


Ogni volta che esce un nuovo album di Elio e le Storie Tese, per quanto sia di buona caratura, molti appassionati del gruppo si lamentano perché "non suona come i dischi precedenti" (invece di apprezzare la grande diversità del gruppo, ad esempio, o il fatto che alla loro età non tentino di scrivere canzoni con mentalità da adolescenti brufolosi), ma pochi altri album hanno causato un distacco così grande da parte di alcuni fan, che, banalmente e forse credendo di ricalcare l'ironia e l'irriverenza del gruppo hanno soprannominato "L'album Stango", arrivando addirittura a teorizzare che Rocco Tanica sia assente da questo tour in quanto si sia dissociato dall'album, senza considerare, però, che la sua presenza nel disco è stata comunque di notevole rilievo, con alcuni brani interamente ad opera sua. L'unico album che causò controversie simili fu "Craccracriccrecr" del 1999 (oggi considerato quasi un classico), che era reo di essere uscito dopo la morte di Paolo "Feiez" Panigada, e quindi, automaticamente, doveva essere un album minore.

Comunque sia, dal vivo, Elio e le Storie Tese sono un gruppo favoloso, in grado di trasformare anche brani tutt'altro che memorabili in vere e proprie gemme e di strappare un sorriso e un ghigno di soddisfazione anche ai fan più intransigenti. Sono sicuro che se per caso il loro album "Aspetto Critico" fosse stato reale, il tour sarebbe stato comunque degno del loro nome (per chi non lo sapesse: poco prima dell'uscita di "Craccracriccrecr", gli Elii, all'interno del loro programma radiofonico "Cordialmente" fecero sentire qualche anteprima fittizia semplicemente orrenda e impossibile da prendere sul serio, con sonorità da basi di tastiere Casio e testi demenzialmente melensi).

Il concerto, tenutosi al Gran Teatro Geox di Padova, si è aperto con l'esibizione della cantante Francesca Michielin, sulla cui performance non ho niente da dire. Sia chiaro, non perché non l'ho trovata buona o altro, ma perché, semplicemente, non ho avuto occasione di vederla: quando sono arrivato, mancavano 10 minuti all'inizio del concerto di Elio e le Storie Tese che, questa volta, non si sono fatti aspettare più di tanto, iniziando all'ora prevista dal biglietto.


La scaletta si è aperta con un brano inedito che altro non era un pot pourri di vari brani del disco (riconoscibilissimi temi da "Il tutor di Nerone" e "Complesso del Primo Maggio" tra gli altri) con una parte cantata da Paola Folli, eccellente aggiunta dal vivo che, da qualche anno, aumenta la pregevolezza delle esibizioni del gruppo: forse, la mia unica lamentela di rilievo verso "L'album Biango" è la sua assenza totale. Segue l'immortale "Servi della Gleba", con l'intramontabile "scopa nel culo" e la prova di "grande recitazione da parte di Faso" sottolineata da Elio (alla quale Faso risponde dicendo che "un attore recita una parte, lui la vive"). Dopo di questo, i due brani Sanremesi, "Dannati Forever" (con l'assolo bluesy di Davide "Cesareo" Civaschi) e "La Canzone Mononota". Riguardo a quest'ultima, Elio fa notare che "per quante critiche ci possiate fare, nessuno è bravo quanto noi a fare finta che un brano sia finito", riferendosi all'interruzione a metà pezzo che, dal vivo, viene allungata e esasperata. A questo punto, viene introdotto alle tastiere il già menzionato Carmelo che sostituisce Rocco Tanica perché "è occupato ad assistere una vecchia zia". Carmelo saluta, lamenta di essere impossibilitato a partecipare ad Amici solo perché ha 48 anni e non 16, dimostrando comunque di essere bravo ad imitare Marco Mengoni e Pino Daniele. Dopo questo simpatico intermezzo, altri brani dal nuovo album (per fare in modo che "finalmente li ascoltiate a pagamento, visto che il disco ve lo siete scaricato tutti"), nello specifico "Lampo" (durante la quale, curiosamente, tutti quelli che facevano foto hanno spento le macchinette), "Il Tutor di Nerone" "Il Ritmo della Sala Prove" (che purtroppo si riconferma una delle canzoni di Elio e le Storie Tese che apprezzo di meno in assoluto). Dopo un gradito tuffo nel passato con "TVUMDB", nella quale l'assolo originale di Feiez viene fatto risuonare dalle casse, arriva "Come gli Area", una delle migliori dell'ultimo disco, pezzo che avevo già sentito in anteprima l'anno scorso, per casualità sempre al Gran Teatro Geox. Il brano non ha subito grandi modifiche da allora e non si può che concordare con Elio quando dice che gli Area sono tutt'ora il miglior gruppo Italiano che sia mai esistito ("e tra l'altro, suonano ancora" fa notare). Si continua con l'inattesa (da parte mia almeno) "Supergiovane" con l'introduzione cambiata in stile gospel. L'esecuzione del resto del brano è standard, anche se, per questa sera, non siamo "aperitaviti", e nemmeno "Zooma Zooma Baccalà". A dire il vero non siamo niente: per una volta, il brano finisce seccamente (e devo dire che, a livello di arrangiamento, la cosa non mi dispiace affatto). Dopo che Supergiovane (alias Mangoni) ha donato i suoi poteri a Carmelo (che gli ricorda, però, che sono "50 di bocca e 100 scopare"), il gruppo si lancia in "El Pube", uno dei migliori brani dal vivo dal gruppo anche se, ieri sera, mi mancava particolarmente l'assolo di flauto finale di Elio, sostituito da una citazione che non ho ben identificato, alla quale segue l'immancabile "Discomusic",  sempre perfetta ad evidenziare la bravura della sezione ritmica costituita da Nicola "Faso" Fasani e Christian Meyer. "Siccome siete particolarmente un buon pubblico" spiega Elio "abbiamo deciso di farvi UN OMAGGIO". Questa è la brillante spiegazione per non rendere anacronistico "Complesso del Primo Maggio", non uno dei miei brani preferiti dell'ultimo album, ma comunque parecchio interessante e costruito perfettamente, che dal vivo si fa apprezzare molto di più, anche per i leggeri cambiamenti di arrangiamento e per l'esibizione perfetta. Segue "Il Rock'n'Roll", un pezzo che segna che siamo vicini alla fine del concerto. Il brano è in scaletta da qualche anno (anche se l'anno scorso non l'ho sentito), ma almeno, Christian Meyer ha cambiato l'assolo di batteria finale, come al solito grandioso; carina anche la gag con un membro della crew trafitto da una chitarra acustica lanciata da Mangoni. "Born to be Abramo", anche questo immancabile, chiude la prima parte del set, ma gli Elii presto tornano sul palco per il classico bis di "Parco Sempione" e "Tapparella".


Al termine del concerto mi posso definire decisamente soddisfatto, come al solito, ma la serata non è stata esente da critiche. Ad esempio, al posto de "Il Ritmo della Sala Prove", si sarebbe potuto inserire qualcosa da "Cicciput" o "Elio Samaga Hukapan Karyana Turu", completamente ignorati nella setlist; per una volta, si sarebbe potuta sacrificare "Born to be Abramo" per cedere il posto a "Amore Amorissimo", brano che sarebbe perfetto per uno spettacolo dal vivo, e devo dire che, sebbene sia stata in scaletta per un sacco di tempo, "Plafone" non mi sarebbe dispiaciuta affatto. Inoltre, per qualche motivo, la qualità del sonoro era decisamente bassa. Ho visto altri spettacoli al Geox e, sebbene la direzione artistica del posto sia splendida (tra i vari: Ian Anderson, Caparezza, gli America, un altro concerto di Elio e le Storie Tese...), ho sempre avuto qualche problema con l'acustica, ma ieri sera, il sonoro sembrava disturbato anche da qualche problema tecnico o, forse, un cattivo mixaggio e la cosa, purtroppo, ha influenzato parecchio il godimento del concerto. Uscendo, abbiamo notato un voucher che informava che, con i proventi dei vari concerti, tra le altre cose, il Gran Teatro Geox pensava di sostituire l'impianto audio. Che questi problemi siano quindi destinati a sparire? Speriamo, perché il posto è bellissimo e spazioso, e gli eventi che vengono organizzati sono notevoli. Infine, un'altra critica, che non riguarda il Geox o Elio e le Storie Tese e, a dire il vero, è una costante di tutti i concerti in Italia: il comportamento di una parte del pubblico. Per prima cosa, il pubblico Italiano sembra avere una sorta di "horror vacui", per cui, ogni volta che c'è una breve pausa o un momento più soffuso, cominciano urla a dismisura; senza contare poi quelli che vengono ai concerti per sentire i soliti due-tre brani, chiamandoli di continuo e disturbando il resto dello spettacolo.

Comunque sia, la serata di ieri sera è stata piacevolissima, Elio e le Storie Tese hanno realizzato un grande spettacolo, dal punto di vista musicale e teatrale, dimostrando ancora una volta di essere la cosa migliore che c'è in Italia al giorno d'oggi, in barba a chi li dà per "finiti" solo perché non ha apprezzato il loro ultimo album, e questo concerto è stato una degna chiusura di un tour. Come dicevo a inizio recensione, è la sesta volta che li vedo e non sono ancora stufo. Spero di poter assistere presto alla settima, e magari all'ottava (e così via).

Postilla: durante "Supergiovane", Mangoni, che saltava da una parte all'altra del palco, ha rischiato tantissimo. Quando ho visto Ian Anderson nello stesso teatro, a Novembre dell'anno scorso, durante una camminata all'indietro è caduto rovinosamente di schiena. Per sua fortuna, la cosa non si è ripetuta, ma i risultati sarebbero stati piuttosto divertenti se ciò fosse accaduto!


Potete leggere un'altra recensione di questo concerto, ad opera co-autore di questo blog Emanuele Brizzante, a questo indirizzo.

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