domenica 9 gennaio 2011

Il Teatro degli Orrori Live @ Madame Butterfly, Ferrara 18 Dicembre 2010

TRACKLIST DEL CONCERTO:
E' Colpa Mia
A Sangue Freddo
Due
Vita Mia (incompleta)
Dio Mio

Padre Nostro
Nostalgia
Il Turbamento della Gelosia
Majakovskij
Scende La Notte
Carrarmatorock!
Il Terzo Mondo
Compagna Teresa
La Vita E' Breve
Mai Dire Mai
La Canzone di Tom
-Encore-
La Vera Prigione (poesia di Ken Saro Jiwa)
Lezione di Musica

E così con GTBT ci troviamo per l'ennesima volta ad un concerto del Teatro degli Orrori. Potremo dire che li stiamo vedendo crescere, anche se non sono mai stati una creatura immatura, né qualcosa che avesse bisogno di un'evoluzione particolarmente evidente ed esplosiva. 
Al Madame Butterfly, rinominato come l'ex locale di punta dell'area ferrarese Zoo Animal Sound per l'occasione, in realtà una discoteca delle peggiori a livello di acustica, gestione e prezzi delle bibite (anche questo è importante, tre euro per una stramaledetta acqua resterà sempre e soltanto un crimine contro l'umanità, senza dubbio), arriva per l'ultima data dell'estenuante tour 2010 la band (più o meno)veneta più famosa, Il Teatro degli Orrori, diventati ormai una delle realtà più seguite, apprezzate, o meglio, amate da critica e pubblico. In una serata glaciale, con la frazione Cassana (qui si trova il locale) trasformata in una pista di pattinaggio su ghiaccio, non sono moltissimi a recarsi al locale (sia per il tempo atmosferico che per il prezzo inconcepibile del biglietto, 15 euro sonanti), e dopo un lunghissimo e ingiustificato/ingiustificabile ritardo di due ore sulla tabella di marcia, ecco la band salire sul piccolo palco, acclamati in maniera veramente calorosa come poche realtà alternative italiane si possono permettere con il 2011 alle porte.

Il set presenta alcune novità rispetto alla scaletta del tour di A Sangue Freddo, riposizionando molte canzoni ("Compagna Teresa" e la combo "Vita Mia/Dio Mio" tolte dal bis, "E' Colpa Mia" collocata subito a inizio serata, o meglio, nottata) e presentando qualche novità: tornano "Lezioni di Musica", "Scende La Notte" e "Carrarmatorock!" dal primo disco, tutte e tre eseguite molto bene (anche se la prima, suonata per ultima, si è rivelata uno dei peggiori sbagli nella costruzione della scaletta, punto debole della band da sempre), ed inserendo "Nostalgia", dal vecchio split con gli Zu, e la lettura di "La Vera Prigione", poesia di Ken Saro Jiwa che viene musicata dalla band come nei reading già presentati al pubblico nei mesi passati. Tra gli altri brani eseguiti spiccano le intense "Majakovskij" e "Il Turbamento della Gelosia", la prima forse un pochino rallentata, la seconda finalmente fatta alla sua velocità originale, aspetto che la valorizza abbastanza, e il trittico iniziale "E' Colpa Mia", "Due", "A Sangue Freddo", tre dei loro brani più amati che infatti generano un'ondata di schiamazzi, canti e pogo a non finire (quest'ultimo durerà per tutto il concerto, momenti melodici a parte). Non convince, come dicevamo, il bis, troppo lento e tirato, né la voce di Pierpaolo, che dopo i primi due pezzi scompare nella sua timbrica gutturale che viene evidentemente "annacquata" dalla sua stanchezza e scarsezza tecnica, aspetto che viene comunque piegato ad una connotazione positiva grazie ad un'interpretazione ottima di alcuni momenti particolarmente drammatici dei brani, o nelle sezioni più aggressive e, per così dire, nervose (vedi "Il Terzo Mondo").

Tecnicamente non è solo il frontman a peccare, ma anche gli altri, tutti abbastanza deboli a livello di precisione, ma che comunque riescono ad infilare un ora e quaranta piuttosto buona rispetto ai loro standard, con la nuova formazione che riesce, per una volta, a somigliare per l'impatto e per la durezza e compattezza del sound, a quella vecchia che viene sempre più ricordata con una certa nostalgia. Pierpaolo Capovilla e i suoi monologhi generano sempre più attenzione nei fans più attenti (e distrazione nei curiosi presenti in fondo sala), che lo elevano talvolta al ruolo di un messia del rock italiano, pronti a pendere dalle sue labbra nei momenti di "narrazione politica" che lo contraddistinguono da sempre e che hanno un'incisività maggiore visti i tempi che corrono.
Per riassumere, il live del TDO è stato molto intenso, tecnicamente superiore alla (loro) media e con una scaletta migliore del previsto. Scompaiono i dubbi riguardo la nuova formazione, che si fa più solida e funzionale alla causa della band, e continua, o meglio cresce, l'amore del pubblico nei confronti di un gruppo sempre più solidamente inserito in un contesto, che è quello dell'alternative rock italiano, che attrae una marea di persone, come attesta l'affluenza media di questo tour alterata in questo caso dal maltempo e dalle politiche del locale. Quando torneranno, ci saremo di nuovo. E voi?

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