Partiamo dal "Vecchio Eliporto", titolo della terza traccia di questa mezzora scarsa di lavoro del cantautore toscano Diego Esposito, per un'analisi contenutistica di questo suo esordio. "...E' Più Comodo Se Dormi Da Me..." è un racconto di stampo letterario messo in musica, dove sicuramente contano più le parole degli arrangiamenti, i quali comunque non si lasciano sgretolare e mettere in secondo piano dal protagonismo dell'autore. Nucleo di questo album è certamente il termine "viaggio", inteso sia come spostamento fisico ma anche come evasione dal quotidiano, volo pindarico, flusso di coscienza. Ci sono le donne, che riportano l'attenzione sullo stampo autobiografico di questa opera, ma anche la propria terra ("Toscana"), raccontata con il distacco critico e la nostalgia di chi ha cambiato casa trasferendosi in un luogo molto diverso (Milano). Ciò che colpisce è comunque il modus operandi, la tipologia delle parole prescelte, l'assenza di virtuosismi fuori fuoco: Diego sa colpire con l'ironia senza esagerare con il lessico, rimanendo terra terra senza banalizzare nulla. Andando oltre, i musicisti, tutti validissimi, colorano pezzi di natura cantautorale classica in maniera piuttosto moderna, senza mai eccedere nell'attualizzazione di stilemi che hanno senso solo se lasciati coincidere con la tradizione. Si pensi ad esempio all'inclusione di archi e fiati, orchestrazioni che nell'epoca degli onnipresenti sintetizzatori stanno abbandonando l'orecchio meno allenato degli ascoltatori casuali, ma che invece qui calamitano l'attenzione regalando agli strumentisti più spazio del necessario. Una nota di merito va anche alla durata, misurata scientificamente per non annoiare.
Esposito, con l'ingenuità smaliziata di chi sta dando in pasto ai lupi il primo sforzo discografico, colpisce nel segno e mai come stavolta NON ci sembra forzato il termine "cantautore" per definire chi sa scrivere una canzone, in un periodo in cui di questo nome si fregiano cani e porci.