domenica 30 giugno 2019

Paolo Gerson - Le Ultime dal Suolo in Alta Fedeltà (Maninalto! Records, 2019)

Dalla quasi ventennale esperienza dei milanesi Gerson, divenuti negli anni una delle teste di serie della scena punk rock italiana, il frontman Paolo Gerson propaga di nuovo un'opinione personale, un'esperienza propria, solista, a qualche anno da "Rimparare a Strisciare"
Questo lavoro, dal titolo "Le Ultime dal Suolo in Alta Fedeltà", recentemente uscito per Maninalto Records!, mette in chiaro da subito una cosa: l'attitudine punk significa prima di tutto libertà di espressione, pensare fuori dagli schemi e senza vincoli, facendo ad esempio un disco che non c'entri nulla con il sound e le atmosfere in cui speravano i fan più accaniti. Si, perché al posto dei power chords e dei classici ritmi da pogo, ci troviamo synth, archi, uscite melodiche di grande gusto pop, riverberi di Vasco Rossi ("Domicilio Confuso", "Tartarughe e Farfalle"), strutture e arrangiamenti in ogni caso più complessi rispetto alla band madre. La realizzazione è pure notevole, non trascurando nulla nel tentativo di raggiungere un risultato definito, levigato, che possa anche essere considerato per un palinsesto radiofonico ("Se Ci Passi Con La Testa"). L'uso delle parole è la vera punta di diamante, riuscendo a delineare anche un universo narrativo proprio, aiutato da un lessico ampio ed evocativo. Dovendo trovare un limite, mancano dei pezzi al recinto della zona di comfort, dalla quale Paolo è costretto qualche volta ad uscire, riuscendo comunque a mantenere sempre il controllo.

Il nuovo disco dell'artista milanese non lascia l'amaro in bocca, ma sicuramente spiazza. La sua forza è l'indipendenza del messaggio e del mezzo, aiutata dalla freschezza del sound e dal coinvolgimento di musicisti che sanno padroneggiare le proprie abilità, senza strafare. Un ascolto consigliato durante queste giornate torride, per alleggerire la mente.  

lunedì 24 giugno 2019

Esposito - Biciclette Rubate (Rusty Records, 2019)

Avevamo già parlato a Good Times Bad Times di Diego Esposito, ed è per questo che è possibile accostarsi a "Biciclette Rubate" con maggiore cognizione di causa, anche se quello che abbiamo di fronte è un artista che ha ritenuto di cambiare il suo nome d'arte per tenere, semplicemente, Esposito

Rispetto allo sforzo precedente, lo troviamo più a suo agio in strutture più complesse, in saliscendi espressivi ed emotivi che trovano la loro completezza dalla fusione di musiche e voce, senza risultare mai posticci. Rock, cantautorato, elettronica, tanta voglia di raccontarsi, e con questi elementi esplicitare la propria visione su temi come il destino, le conseguenze delle nostre scelte, lo smarrimento che colpisce chi non ha ancora deciso cosa fare della propria vita. 
"Bollani" e "La Casa di Margot" sono forse i due momenti più emozionanti e personali, dove le parole comunicano in maniera molto precisa emozioni e suggestioni che solitamente troviamo affrontate con snervante banalità. "Voglio Stare Con Te" è un potenziale singolo, che porta nel ballo un disco in realtà non così catchy. Realizzato davvero molto bene, fa venire voglia di muoversi e di staccare un attimo il cervello prima di affrontare le liriche più impegnative. 

In generale, questo lavoro suona un po' vecchio rispetto a molte delle uscite recenti dentro questo filone. Ciononostante, si trova confezionato e presentato molto bene, senza troppi fronzoli e con una maggiore sicurezza rispetto al suo precedessore. Una curva ascendente che ci auguriamo Esposito possa continuare a seguire.