sabato 21 novembre 2020

Geddo - Fratelli (Music FC, 2020)


Abbiamo già parlato di Geddo su queste pagine, di quanto le sue origini liguri traspaiono, forti di quella vocazione cantautorale che si respira in quelle terre fin dal primo vagito, e del suo viaggio dentro e fuori di sé, nuovamente centrale come ben si intuisce dalla presentazione di questo lavoro. Sì perché "Fratelli" è un'esplorazione del "rapporto con gli altri", in particolare dei contrasti e dei sentimenti di fiducia e sfiducia che regolano le relazioni umane, con tutte le delusioni, pur senza tralasciare una luce in fondo al tunnel che per fortuna si intravede ancora tra le pieghe di questi tredici brani. 

L'album è inaugurato, infatti, da un pezzo di buon auspicio, basato sull'amicizia e la coralità. "Su La Testa" potrebbe infatti essere elevato a manifesto di questo lavoro, non solo perché uno dei momenti meglio arrangiati, ma soprattutto perché trasuda convivialità e voglia di raccontarsi con onestà e sincerità, solo un attimo prima di iniziare la discesa verso tematiche vissute con maggiore trasporto e in grado di toccare, per forza di cose, più in profondità. La passione e i fraintendimenti amorosi compaiono infatti prepotenti, anche questi sempre con le giuste parole e la perfetta adeguatezza delle musiche, in "Come Un Pazzo", "Differenze", "A Colpi di Karate", "La Tua Finestra", con un linguaggio talvolta crudo e altre volte più universale e leggero, schietto ma alla portata di tutti. Sonorità più blues in "Parlandone dal Vivo" mettono al centro anche un ottimo Paolo Bonfanti alla chitarra, mentre è la tromba di Raffaele Kholer ad impreziosire e dare maggiore lustro alle liriche di "Anna Vorrei", dov'è ancora una volta protagonista la coesistenza necessaria (per molti) con un'anima gemella. L'opera è comunque principalmente romantico-sentimentale, concludendosi proprio con il più bello dei pezzi d'amore, "Amore tra Parentesi", forse quello dove le parole sono più forti e quasi poetiche. Da segnalare anche il featuring con Roberta Carrieri in uno dei frangenti di maggiore tensione, "Condominio Terzo Piano Scala B", dove non è solo il rapporto di coppia ma anche la vita familiare ad essere sviscerata e musicata dall'autore. In generale, non è il lessico, ricco quanto basta ma senza mai arrivare ai grandi picchi di tanti suoi conterranei, ma l'interpretazione a suscitare quell'emotività che porta l'ascoltatore nel mondo di Geddo, espediente necessario in un disco che basa tutto sul racconto di scene di vita, riflessioni e confessioni in cui chiunque può ritrovarsi anche senza averlo mai conosciuto personalmente. 

Senza svolazzi, inutili virtuosismi barocchi e con il giusto equilibrio tra strumenti e voce, "Fratelli" è finora l'uscita discografica più rilevante tra quelle che abbiamo potuto ascoltare del nostro Geddo, ed è un piacere scoprire che nel duemilaventi della trap e del ritorno dell'italo disco fusa con l'hip hop ci sia ancora chi porta in alto la bandiera di una tradizione cantautorale che ci riconoscono in tutto il mondo.