Dalla quasi ventennale esperienza dei milanesi Gerson, divenuti negli anni una delle teste di serie della scena punk rock italiana, il frontman Paolo Gerson propaga di nuovo un'opinione personale, un'esperienza propria, solista, a qualche anno da "Rimparare a Strisciare".
Questo lavoro, dal titolo "Le Ultime dal Suolo in Alta Fedeltà", recentemente uscito per Maninalto Records!, mette in chiaro da subito una cosa: l'attitudine punk significa prima di tutto libertà di espressione, pensare fuori dagli schemi e senza vincoli, facendo ad esempio un disco che non c'entri nulla con il sound e le atmosfere in cui speravano i fan più accaniti. Si, perché al posto dei power chords e dei classici ritmi da pogo, ci troviamo synth, archi, uscite melodiche di grande gusto pop, riverberi di Vasco Rossi ("Domicilio Confuso", "Tartarughe e Farfalle"), strutture e arrangiamenti in ogni caso più complessi rispetto alla band madre. La realizzazione è pure notevole, non trascurando nulla nel tentativo di raggiungere un risultato definito, levigato, che possa anche essere considerato per un palinsesto radiofonico ("Se Ci Passi Con La Testa"). L'uso delle parole è la vera punta di diamante, riuscendo a delineare anche un universo narrativo proprio, aiutato da un lessico ampio ed evocativo. Dovendo trovare un limite, mancano dei pezzi al recinto della zona di comfort, dalla quale Paolo è costretto qualche volta ad uscire, riuscendo comunque a mantenere sempre il controllo.
Il nuovo disco dell'artista milanese non lascia l'amaro in bocca, ma sicuramente spiazza. La sua forza è l'indipendenza del messaggio e del mezzo, aiutata dalla freschezza del sound e dal coinvolgimento di musicisti che sanno padroneggiare le proprie abilità, senza strafare. Un ascolto consigliato durante queste giornate torride, per alleggerire la mente.
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