Le sue esperienze di vita e le personali visioni del mondo entrano a piè pari in un sestetto di brani molto variegato, dove spicca anche una toccante rivisitazione di "Rapide" di Mahmood, ma ciò che risalta è principalmente la voce della cantautrice, pienamente a suo agio in sonorità che ricordano quello che andava nelle radio a inizio millennio, ma con un occhio a quel folk sporcato di indie che sta dominando le classifiche negli ultimi anni. Il brano più riuscito è "Due Stelle In Mezzo all'Universo", un viaggio nel concetto d'amore e la sua capacità di essere pervasivo, di permeare nelle vite delle persone, condizionandole e, in alcuni casi, riempiendole. "Re e Regine (des Erreurs)" si permette di fare un lavoro molto difficile, ovvero narrare la condizione dell'umanità in lotta con la pandemia, mettere in evidenza le responsabilità del singolo, ricordando all'uomo che possiede per natura il dono di plasmare la sua vita e quella del pianeta che lo ospita. Tutto ciò, tra l'altro, rimanendo radio-friendly e senza scivoloni populisti. Un po' di girl power in "Waiting for Me", il capitolo più grintoso in quanto ad interpretazione e forza del messaggio, giustamente scelto come singolo vista la sua leggerezza e la durata al passo coi tempi dello streaming.
I suoni sono curati, spinti al punto giusto, sempre tenendo presente la necessità di mantenere alta l'orecchiabilità di tutto il pacchetto. Il lessico è vario anche se scontato, ma in questo tipo di musica conta di più veicolare il messaggio in maniera chiara, senza eccedere con la ricercatezza delle parole. Del resto, pure la semplicità va spesso a braccetto con l'immediatezza.
Che aggiungere? La giovane autrice sassolese è agli inizi ma sembra navigare saggiamente nella sua arte, non uscendo dalla sua zona di comfort ed evitando così di fare la fine di Icaro. Dopo questo EP, si spera in un album che ne articoli meglio le doti canore e di scrittura.