Paul Man è il nome d'arte del Fiorentino Paolo Mancini, cantautore e chitarrista che con questo "I.N.T.L.", il cui acronimo significa "It's Never Too Late", ci tiene a dimostrare che non esistono limiti di età per imparare a cimentarsi in cose nuove. In questo disco Mancini canta, suona la chitarra e compone canzoni in Inglese, tutte attività che ha imparato a fare a 50 anni. Tutto ciò è sicuramente indice di una personalità ammirevole di chi non solo sa puntare in alto ma capisce anche qual è il metodo migliore per raggiungere i propri obiettivi. Ma, da un punto di vista musicale, come regge il risultato finale?
Per fortuna, la risposta è "sorprendentemente bene". Le nove canzoni che compongono questo lavoro presentano tutte una struttura interessante, basata su un riuscito abbinamento tra degli accattivanti riff dal gusto rock blues e delle variazioni di dinamica che rendono l'ascolto molto piacevole, cosa notabile soprattutto in "My Butterfly" e "What Do You Need My Friend", forse i due brani che possono essere considerati come l'epicentro del disco. Altre canzoni degne di nota sono l'opener "Different Points of View", supportata da un orecchiabile giro di basso e chitarra, "J.C", omaggio a John Coltrane dai sapori quasi gospel e "Five Nights" contenente anche una valida prova strumentale bassistica. La musica, registrata live, suona, per l'appunto, vitale e diretta, grazie anche alla produzione che dà all'album delle atmosfere molto intimiste, quasi da nightclub, ed è eseguita in maniera valida e competente.
La buona riuscita di "I.N.T.L." non è dovuta soltanto alle premesse dell'album: si tratta, come prevedibile, di un lavoro che ripesca molto dal rock classico, ma i contenuti vengono proposti con abbastanza convinzione da rendere il disco convincente e non banale.