Sarò sincero, non sapevo come recensire questo album in quanto si presenta in una forma un po' inconsueta per una recensione, però alla fine ho optato per un track by track molto semplice e veloce. Ma diciamo prima cos'è questo album. L'ennesima compilation tributo? Si, in effetti è proprio questo. Allora cos'ha di particolare? Beh, molti dei migliori gruppi metal degli ultimi tempi e alcuni elementi storici della scena che reinterpretano a loro modo i classici degli Iron Maiden. Alla fine basta per dargli almeno un ascolto, no? E magari ci scappa anche la sorpresa.
Ecco la tracklist:
1. Black Tide - Prowler
2. Metallica - Remember Tomorrow
3. Avenged Sevenfold - Flash Of The Blade
4. Glamour Of The Kill - 2 Minutes To Midnight
5. Coheed and Cambria - The Trooper
6. Devildriver - Wasted Years
7. Sign - Run To The Hills
8. Dream Theater - To Tame A Land
9. Madina Lake - Caught Somewhere In Time
10. Gallows - Wrathchild
11. Fightstar - Fear Of The Dark
12. Machine Head - Hallowed Be Thy Name
13. Trivium - Iron Maiden
14. Year Long Disaster - Running Free
15. Ghostlines - Brave New World
Seguirò più o meno l'ordine, dando più risalto a quelle che secondo me sono le cover più azzeccate della compilation. La tracklist si apre con una bellissima Prowler interpretata a dovere dai Black Tide, rivelazione proprio di questi ultimi tempi. Gabriel Garcia, classe 1993, ci dimostra gia adesso cosa potrà fare con la sua voce, ben impostata e mai fredda, nel corso degli anni, interpretando perfettamente i difficili versi di Paul DiAnno. Promossi anche i Metallica, band ormai sempre più controversa e criticata. La voce chiaramente modificata di Hetfield sostiene comunque un pezzo coverizzato a dovere, nonostante vedessi meglio altri pezzi per una cover dei 'Tallica. La ballata Remember Tomorrow è qui trasformata dai quattro nel loro tipico pezzo hard rock della nuova era (diciamo come Fuel e The Unforgiven II), ma con dei bei suoni (niente a che vedere con St. Anger). Unica nota di demerito la piattezza di Lars Ulrich, che non si avvicina neanche minimamente agli ottimi Clive Burr (esecutore originale) e Nicko McBrain. Carina, anche se non particolarmente, la cover di Flash Of The Blade eseguita dagli Avenged Sevenfold, prima band finora ad aver preferito mantenere il pezzo praticamente identico, se non nei suoni di chitarra. Una cover mediocre ma che non stona nel contesto della compilation. Discreta anche se con un arrangiamento piuttosto superficiale la cover dei Glamour Of The Kill, che si cimentano con 2 Minutes To Midnight, grande pezzo dal quarto album dei Maiden, Powerslave. Niente da aggiungere. Una cover passabile. Bel lavoro invece per i Coheed And Cambria, band che sia in passato che recentemente ha mostrato i denti, con album graffianti e freschi. La cover di The Trooper è eseguita in modo magistrale dal punto di vista della tecnica (anche se Nicko McBrain rimane una spanna sopra tutti i batteristi che hanno suonato in questo disco, sarà forse l'effetto di sentire le sue canzoni suonate da altri, ma il groove dei pezzi di Nicko in molte di queste cover, compresa quella dei C.A.C., è fortemente assente), e la voce di Claudio Sanchez si adatta perfettamente allo stile della canzone. Non proprio azzeccate le due cover successive, Wasted Years fatta dai Devildriver e Run To The Hills rivista dai Sign. Entrambe le canzoni sono state riarrangiate alla bell'e meglio, con un riguardo particolare ai riff di chitarra, che sono stati resi sì piu taglienti, ma che risultano ciononostante meno incisivi. Inoltre, se Zolberg dei Sign riesce ad imitare piuttosto bene il timbro di Bruce, Dez Fafara si chiude invece in uno screaming fuori contesto, che finisce subito per annoiare. Seguono To Tame A Land e Caught Somewhere In Time, eseguite rispettivamente dai DreamTheater e dai Madina Lake. Ovviamente le canzoni sono state eseguite in modo perfetto, rispettando ogni parte, anche se il suono un po' troppo metallico che ormai contraddistingue gli ultimi album dei Dreamtheater qui un po' sembra stonare. Caught Somewhere In Time è forse la canzone che più si allontana dalla versione originale, risultando originale soprattutto negli arrangiamenti e nella voce di Nathan. L'hardcore punk dei Gallows trasforma invece una Wrathchild che ormai siamo abituati a sentire da anni nei concerti dei Maiden. Niente da dire se non che il tiro più punk che i cinque musicisti inglesi hanno conferito alla canzone risulta perlomeno innovativo, e piacevole all'ascolto (nonostante l'assenza del famoso urlo nella parte centrale). Dall'hardcore punk dei Gallows al post-hardcore dei Fightstar, che registrano una Fear Of The Dark molto fresca e pungente. La voce profonda di Charles Robert Simpson rende la canzone più appetibile. Dal punto di vista della tecnica niente da dire, se non che la canzone è stata eseguita molto bene, con qualche riff più "pestato" che, visto chi ha suonato il pezzo in questa compilation, ci stava. I grandi Machine Head eseguono magistralmente Hallowed Be Thy Name, forse il pezzo che potevano suonare meglio tra tutti quelli scelti per questa compilation. La voce e i musicisti si calano perfettamente nell'atmosfera Maiden, anche se chiaramente hanno preferito mantenere le loro sonorità. Unica nota dolente il suono della chitarra, in alcuni punti missata in modo imperfetto. Belle anche le parti urlate, che non rovinano assolutamente la canzone. Ottima Iron Maiden, eseguita dai Trivium, incredibilmente carichi (avevamo gia sentito un'ottima cover di Master Of Puppets nel cd di tributo ai Metallica), riarrangiata completamente in un pezzo speed/thrash dove la voce grattata ci sta tutta. Un'ottima rivisitazione. Running Free, rivisitata dagli Year Long Disaster, band resa celebre grazie a un tour mondiale con band di spicco come Motorhead, Foo Fighters e Velvet Revolver, è il pezzo eseguito in modo più simile, soprattutto per i suoni, anche se chiaramente non ci si deve aspettare nulla, vista la sostanziale differenza di genere. L'album si conclude con Brave New World, unico brano recente della compilation, suonata dai Ghostlines, band inglese che spazia tra l'alternative e l'elettronica. Il brano alla fine è più che discreto, anche se profondamente diverso dall'originale, con un loop a fare da batteria e il tema sostituito da un piano.
Cosi si conclude una compilation molto buona, nella quale non si può tenere di certo conto dell'originalità, ma della quale possiamo solo parlare bene vista la competenza dei gruppi interpellati. Tutti i pezzi sono eseguiti bene, e nessuno sembra sforzarsi per eseguire la cover corrispondente (eccezione fatta per i DevilDriver, come detto sopra). Per questo motivo consiglio l'ascolto a tutti i fan dei Maiden, anche se so che i più affezionati non apprezzeranno i riarrangiamenti troppo radicali come quello dei Ghostlines e quello dei Trivium, ma che invece appaiono come particolari note di merito in una compilation che altrimenti sarebbe stata pura ostentazione di tecnica. Per il resto...up the irons!
Voto: 7.5
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