Genesis, chi li ama alla follia per Gabriel, chi li odia per Collins, mai viceversa in realtà. Erano lontani i tempi in cui ottenevano i primi consensi in Italia girando per luoghi come il Piper prima di diventare autentiche leggende della musica Prog e non solo. Possiamo definire i loro album come un progressivo mutamento in positivo fino ai tempi di And There There Were Three (1978), insomma alla fin fine i primi due album di Collins da vocalist sono stati comunque eccellenti, soprattutto lo splendido A Trick Of The Tail (1976). In realtà però chi è appassionato di Prog li ricorda per il virtuosismo alle tastiere di uno di quelli che insidiava il trono a gente come Rick Wakeman o Keith Emerson ovvero Tony Banks, per il basso e la chitarra a 12 corde di Mike Rutherford, il faccino adorabile di Phil Collins, che si dilettava nel fare da seconda voce ed eccellente batterista, la vena creativa del grandissimo Steve Hackett, spesso sbeffeggiato dalla band ma con una vasta e grandiosa carriera solista; ma soprattutto Peter Gabriel, la presenza scenica, il "The Flower" in "Supper's Ready", "Rael" in "The Colony Of Slippermen", proprio lui che indossava spesso vestiti della moglie. I Genesis ci hanno lasciato delle perle leggendarie come Trespass (1970), Nursery Cryme (1971), Foxtrot (1972) e The Lamb Lies Down On Broadway (1974) che alcuni preferiscono anche al capolavoro d'arte Selling England By The Pound.
Non è facile parlare di quest'album perchè si avrebbe la paura di non rendere l'idea della grandiosità che si cela all'interno. D'altronde l'apertura è già da brividi. Dancing With The Moonlit Knight introduce l'album con la voce a cappella di Gabriel e man mano che si procede c'è una progressiva accelerazione che porta ai soli del duo Hackett-Banks. Così come lo è l'intero album anche questa canzone è complessa, nella fase centrale tra un solo e l'altro viene utilizzato un coro a 8 voci, Tony Banks si diletta nell'uso del Mellotron M400 appena acquistato e Steve Hackett spesso viene menzionato per aver usato la tecnica del tapping e dello sweep-picking. Il testo è ironicamente riferito ad alcuni prodotti inglesi. Segue alla grande apertura un grande singolo, uno di quelli che spezza il ritmo tra canzoni più articolate per affrontare temi leggeri. I Know What I Like (In Your Wardrobe) è una ballata, se vogliamo anche con qualche leggero risvolto psichedelico, il testo si riferisce a un ragazzo nullafacente in cerca di lavoro. E' uno di quei brani ripoposti molto spesso dalla band soprattutto nel periodo Pop con Phil Collins frontman. Arriviamo al terzo brano, una canzone indescrivibile, Firth Of Fifth. Alcuni la considerano come la più bella dei Genesis, di sicuro si contende il trono con Supper's Ready, anche se molti preferiscono in quest'album The Battle Of Epping Forest. Quando avremmo finito di sentire l'intera canzone strutturalmente e musicalmente ci sembrerà incredibilmente perfetta, senza sbavature. L'intro in pianoforte è uno dei più famosi della storia, alla voce di Gabriel invece seguono tre soli, il primo dello stesso Gabriel al flauto dai toni più pacati, l'accelerazione arriva invece con il solo di Banks che riprende i motivi dell'introduzione, segue poi con ritmo più tenue il solo di Hackett, quasi a sfondo epico. In realtà Tony Banks ha addirittura definito il testo di questa canzone come uno dei più scarsi alla quale lui abbia mai partecipato e nel tour "Seconds Out" spesso, odiando il pianoforte elettrico per effettuare l'introduzione di questo brano la tralasciava passando così direttamente alla parte cantata. La traccia quattro è rappresentata da More Fool Me, una canzone completamente acustica, l'unica cantata da Collins assieme a For Absent Friend di Nursery Cryme durante il periodo Gabriel, una di quelle che lascia presagire il suo avvento alla voce. The Battle Of Epping Forest è il brano più lungo dell'album e uno dei più complessi. Protagonista assoluto è Gabriel e i suoi continui mutamenti di voce per interpretare ruoli e personaggi diversi cosi come farà in The Lamb Lies Down On Broadway. Tuttavia, proprio per la sua complessità, la band ha cominciato a pensare che sarebbe stato impossibile riproporre questa canzone sempre senza errori, quindi è stata tolta per sempre dai tour e mai più rappresentata a differenza di I Know What I Like, Firth Of Fifth o The Cinema Show, altri pilastri di questo album. Finalmente arriva anche il tocco di Hackett, come se non l'avesse già messo, con After The Ordeal, che è un brano interamente strumentale e che creò inizialmente molti problemi; infatti sia Tony Banks che Peter Gabriel furono contrari al suo inserimento nella tracklist dell'album, fu proprio una di quella serie di discussioni che portò all'abbandono di Hackett dopo Wind And Wuthering (1977) riuscendo finalmente ad esprimersi per come lui voleva. Come se non bastasse segue un altro capolavoro, The Cinema Show. Una dimostrazione di forza del gruppo dominata all'inizio dagli arpeggi di chitarra a dodici corde con inserti di flauto e nella seconda parte da un impressionante assolo di Tony Banks dalla durata di 5 minuti in 7/8. Se voi provaste a vedere un esibizione di tale solo anche solamente in video potreste rimanere davvero a bocca aperta. Il testo invece è un misto tra Romeo e Giulietta e la figura mitologica di Tiresia. Il brano in realtà termina conAisle Of Plenty, coda dello stesso The Cinema Show e dell'intero album come sempre caratterizzato da giochi di parole che in questo caso vanno contro il consumismo delle grandi imprese.
E' ovvio che le sensazioni sono soggettive ma credo che oggettivamente su questo album non ci sia nulla su cui discutere. I vecchi camaleonti del Prog ricordano le loro date in Italia come se fossero leggenda e in effetti non può che non essere così. I Genesis come tutti saprete da lì in poi avranno un grande impatto commerciale nel Pop, ma senza ombra di dubbio una regressione incredbile da parte dei membri della band. Tra tutti Banks che perde veramente in negativo rispetto al passato. Anche se ad alcuni i Genesis piacciono anche da Pop è vergognoso ritrovarsi una discografia che affianca brani come The Musical Box a brani come I Can't Dance. Purtroppo la maggior parte delle band hanno una fase negativa anche se questa è durata davvero troppo. Nonostante tutto Peter Gabriel e Steve Hackett, nella loro carriera solista hanno continuato a stupire, mantenendo sempre un loro stile inconfondibile. Non ci resta che sognare tra le nostre cuffie e goderci fino a quando potremmo la perfezione di quest'album e dei primi anni di Genesis.
Voto: 10
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