Nelle dieci tracce di questo "Sospesi", il quintetto chivassese dei Dogma - con l'apporto di un co-arrangiatore e produttore artistico d'eccezione (Ettore Diliberto) - le prova un po' tutte. Con un evidente smania di arrivare direttamente al grande pubblico, saggiano le intenzioni e le inclinazioni di una platea sempre più svogliata e poco curiosa imbastendo intrecci dalle maglie molto larghe, forse troppo, ma con una coerenza di fondo che è data dai suoni, dalla costruzione dei brani e soprattutto dalla voce del leader non-leader Beniamino Cristiano. Con ciò non si intende nulla di negativo, semmai si sottintende una parità di importanza di tutti i membri della band, la cui esperienza (data anche da un'età anagrafica superiore a quella di molti esordienti di questo decennio) è chiaramente udibile nel songwriting e nella sicurezza con cui viene approcciato il proprio strumento.
Dicevamo che a mantenere in linea il disco è soprattutto la voce, e certo questo è fondamentale in un lavoro che vuole essere pop. Il timbro non è certo nuovo, inconsueto né impressionante, ma nel ripetersi degli ascolti sa entrare e colpire, risaltando nei momenti di maggiore enfasi (spesse volte i ritornelli) anche per una potenza non indifferente. Così tra la canzone d'autore del singolo "Inconsapevole", peraltro un'ovvia quanto azzeccata scelta, i bizzarri ma riusciti contrasti di intensità di "Sentimi" e i pezzi più acidi e ruvidi, dalle chitarre quasi stoner, quali "Qualcosa di Più" e "La Luna si è Persa", viene tratteggiato un universo molto variegato, che può essere venduto ed attribuito a diverse scuole di pensiero, dai rockettari agli adolescenti in fase ribelle, passando per gli aficionados del nostro cantautorato vecchia scuola.
Non c'è molto da aggiungere, poiché citare i nomi che influenzano questa band potrebbe inquinare il giudizio di chi legge e sminuire la portata di certi brani. L'asso nella manica dei Dogma sta senz'altro nelle parole, nei momenti più melodici, mentre nell'aggressività ostentata di alcune aperture si sfiora il già sentito e l'imitazione. Soppesando i vari elementi a disposizione dopo numerosi rewind, "Sospesi" è senz'altro un disco finemente lavorato, forgiato per piacere alle masse, ma derivativo, ed è questo suo - unico vero - difetto che non lo rende indimenticabile.
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