"Nemo Profeta" dei siciliani Pupi di Surfaro si presenta, linguisticamente e musicalmente, come un pot-pourri azzardato, una mescolanza eterogenea e per questo assimilabile a quella convintissima avventatezza che spesso annacqua e riduce in poltiglia diversi prodotti folk, world music o popolari nel nostro paese. Per capire dove invece le nove tracce colgono nel segno, occorre guardare prima di tutto al messaggio, o meglio ancora, al modo in cui viene veicolato: liricamente, esprime un universo spregiudicato, inflessibile, disinvolto e disincantato, con un lessico rigido ma spiritoso, brillante, faceto, e non c'è modo migliore di narrare la propria terra e le proprie origini. Oltre al dialetto siciliano e all'italiano, compaiono molte lingue e musicisti provenienti da terre esotiche, come il senegalese Jali Diabate ("'Gnanzou", forse il brano più attuale per i suoi riferimenti alle stragi di migranti in quello che i romani denominarono Mare Nostrum), a collocare questo lavoro in un mondo che è insieme vissuto e documentato, ma anche fantastico ed onirico, storia di amicizie e legami artistici, contemporaneo per i suoni più digitali che costellano i momenti più tradizionalmente folk riuscendo a estrapolarne quella modernità che spesso manca al genere.
Si viaggia con la fantasia per un'interessante commistione di riferimenti biblici in "L'Arca di Mosè", in realtà una sorta di introspezione sui generis sull'incompletezza dell'essere umano. Potente quanto divertente "Kicking the Donkey Style", con protagonista il marranzano, uno strumento idiofono a pizzico che rinveniamo in molte composizioni siciliane, sarde e calabresi, ma anche turche, sintesi di un gusto musicale tipicamente mediterraneo. "Li Me' Paroli" incita al pensiero critico, a non assecondare le logiche di una società che tende sempre più ad omologare i processi di aggregazione e lo svolgimento delle vite private, probabilmente - rischiando il linciaggio, ci permettiamo di avventurarci in un'interpretazione nostra - sottendendo anche una certa diffidenza verso l'iper-capitalismo dei nostri tempi.
Impossibile apprezzare le tante, troppe, sfumature di questo "Nemo Profeta" con pochi e disinteressati ascolti. Per fruire di tutta la sua carica rivoluzionaria, serve un'empatia musicale con il progetto, il che significa volersi divertire ma anche soffermarsi a cogliere i tanti elementi nascosti che colorano ed ammantano testi, titoli, arrangiamenti, rendendolo un prodotto frizzante, al passo coi tempi senza essere modaiolo, caleidoscopico e al contempo autentico.