Fin dal suo principio, il disco trasuda tutto il retaggio storico del proibizionismo, le notti passati nei jazz club più nascosti di New York, l'amore per la vocalità di Ella Fitzgerald, soprattutto in "Relais?". A completare il quadro intervengono anche brani più leggeri e divertenti, come "Motivetto", utile a mettere allegria in un lavoro principalmente molto noir, alla continua ricerca di sensazioni pulp. "Miss Celie's Blues" è invece la reinterpretazione di una nota canzone di Tata Vega, guarda caso dal Queens, presa dalla colonna sonora della celebre pellicola "Il Colore Viola". La scelta di intercalare una cover in questa tracklist interamente originale risponde alla precisa esigenza, apparentemente insita nel DNA della Zuccaro, di allacciarsi al mondo del cinema con una voce perfetta per lo scopo.
Alea può sicuramente crescere, esplorando i tasselli più scanzonati del suo repertorio oppure individuando nelle tinte scure la cifra stilistica che ne accompagnerà la carriera. Farà le sue scelte, ma nel frattempo ci godiamo un album di grande classe e che brillerà sicuramente per diversi mesi nei campionari discografici di genere.
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