Un supergruppo è un progetto musicale composto da personaggi che precedentemente facevano parte di altre band importanti o note. Facendo qualche esempio (Blind Faith, Asia, Emerson Lake & Palmer) si noterà che per lo più si tratta di progetti con una matrice molto seriosa, quasi si trattasse di forze sovrannaturali che si sono unite per creare qualcosa di un gusto superiore. Come spiegato nel libretto dal batterista Stewart Copeland, la premessa con cui i Gizmodrome si sono formati è semplicemente quella di quattro amici che si sono trovati insieme per divertirsi creando un po' di musica: il fatto che questi amici siano stati in giro con gente come i Police, i Talking Heads, David Bowie, Frank Zappa e i King Crimson passa quasi in secondo piano. Di certo, comunque, ascoltando la musica non si ha quel timore reverenziale che si ha con altri progetti del genere e che, qualche volta, tende a scadere nella pretenziosità.
Dei quattro membri del gruppo, il predominante è di sicuro Stewart Copeland che scrive quasi tutti i testi, compone molte delle musiche e canta tutte la voci soliste. Questo ultimo fatto può sembrare curioso, considerando che due degli altri membri del gruppo, oltre che come strumentisti, sono famosi anche come cantanti solisti mentre Stewart, all'interno dei Police si limitava principalmente a suonare la batteria; in effetti, sicuramente non possiede le capacità canore dei suoi colleghi e certamente ha un'estensione limitata e una timbrica non particolarmente pulita. Eppure, il suo modo di cantare è personale e decisamente piacevole e ben si sposa con i testi ironici che scrive. Non dimentichiamoci, inoltre, del suo progetto solista coevo ai Police, Klark Kent, nel quale cantava e suonava tutti gli strumenti, con pezzi che come atmosfere erano molto simili a quelli dei Gizmodrome; a dire il vero, due brani facenti parte di quel progetto ("Stay Ready", "Strange Things Happen") vengono riproposti anche in questo album, in versioni di gran lunga superiori agli originali per via degli arrangiamenti e delle esecuzioni più brillanti. Ovviamente, però, Stewart Copeland dà il meglio di sé alla batteria: il suo drumming potente e caratteristico che aveva dato tanta personalità ai brani dei Police è intatto anche nei Gizmodrome, con l'aggiunta di un sapiente utilizzo di pattern Africani e di un buon uso delle percussioni. Al basso troviamo Mark King, il frontman del celebre gruppo pop funk Level 42, famoso per il suo massiccio uso della tecnica dello slap che dava un colore più "nero" alla musica. Tuttavia, secondo chi scrive, King dava il meglio di sé quando suonava in pizzicato: si ascoltino, ad esempio, le geniali parti di basso di brani come "The Chinese Way" o "True Believers". Nei Gizmodrome, King opta appunto per questa seconda tecnica, forse per non fare la figura del bassista stereotipato: il risultato è eccellente, solido e creativo e lui e Copeland formano una sezione ritmica di lusso. Ovviamente, il suo marchio di fabbrica si può comunque ascoltare in brani come "Spin This" e "Summer's Coming" ma il fatto che non sia così persistente la rende molto più apprezzabile. Per chi è appassionato di rock classico, il nome di Adrian Belew non necessita di presentazioni: chitarrista e cantante geniale al servizio di Frank Zappa, David Bowie, Talking Heads, Tom Tom Club, King Crimson, Nine Inch Nails (tanto per fare alcuni nomi) e con una sua carriera solista di grande prestigio. Come già accennato, in questo album il ruolo di cantante solista è affidato a Stewart Copeland e la voce di Belew quasi non si sente, se non schiacciata giù nei cori. Questa scelta, apparentemente inconcepibile, riesce ad evitare di cadere nel tranello del supergruppo, togliendo l'ascoltatore dalla zona comfort che l'avrebbe legato una voce famosa e distinguibile come quella di Belew. Comunque, se Ade canta poco, la sua chitarra canta molto ed è uno degli elementi più riconoscibili del disco, con alcuni assolo memorabili, tra i quali si segnalano quelli su "Stay Ready" e "Amaka Pipa". Infine, il gruppo è completato da un Italiano: Vittorio Cosma, tastierista e arrangiatore attualmente membro degli Elio e le Storie Tese ma già in passato con Premiata Forneria Marconi. Cosma è un personaggio sicuramente meno conosciuto a livello globale degli altri tre ma con delle capacità tali che non lo fanno sparire di certo accanto a loro. Le tastiere e gli arrangiamenti di Cosma sono un punto solido di tutto l'album e, a dire il vero, l'idea di formare i Gizmodrome è partita proprio da lui, amico di lunga data di Stewart Copeland e suo collaboratore da un bel po' di tempo. Non deve stupire, quindi, che il disco stesso sia stato registrato in Italia, agli studi Officine Meccaniche di Milano e che sia prodotto da Claudio Dentes, ovvero l'Otar Bolivecic che ha lavorato a diversi album di Elio e le Storie Tese. A dire il vero, Elio stesso compare come ospite in un brano: l'africaneggiante e spassosa "Zubatta Cheve" che non avrebbe certo stonato all'interno dell'album "Figgatta de Blanc" degli Elii.
L'album, come già accennato, ha un piglio molto leggero e divertente, grazie soprattutto ai testi ironici e scanzonati di Copeland e alla sua interpretazione. Tra i brani migliori, oltre alla già citata "Zubatta Cheve", si segnalano le trascinanti "Stay Ready" e "Ride Your Life", la movimentata e ben costruita "Sweet Angels (Rule The World)", la potente "Amaka Pipa", l'orecchiabile "Man in the Mountain" e lo strumentale di chiusura "Stark Naked" che Copeland aveva composto ai tempi dei Curved Air e di cui si può ascoltare una versione completamente diversa sul disco "Live at the BBC". La produzione è generalmente buona con tutti i suoni nitidi e chiari ma in alcuni brani la voce è un po' troppo presente ("Strange Things Happen") e, forse più per via del mastering che del mixaggio, l'ascolto ad alto volume a volte risulta un po' affaticante e fastidioso. Comunque, musicalmente, ci si trova di fronte ad un prodotto accessibile e facilmente assimilabile, magistralmente eseguito e magistralmente arrangiato. Chiunque si aspetti un disco maestoso e artistico per via delle connotazioni con i King Crimson e per la portata delle persone coinvolte, è destinato a rimanere deluso: questa è musica senza pretese, anche se non superficiale. Di conseguenza, chi, invece, vuole semplicemente ascoltare un disco solido, fatto bene e che mette di buon umore, troverà pane per i suoi denti. Del pane molto gustoso e leggero.
Dei quattro membri del gruppo, il predominante è di sicuro Stewart Copeland che scrive quasi tutti i testi, compone molte delle musiche e canta tutte la voci soliste. Questo ultimo fatto può sembrare curioso, considerando che due degli altri membri del gruppo, oltre che come strumentisti, sono famosi anche come cantanti solisti mentre Stewart, all'interno dei Police si limitava principalmente a suonare la batteria; in effetti, sicuramente non possiede le capacità canore dei suoi colleghi e certamente ha un'estensione limitata e una timbrica non particolarmente pulita. Eppure, il suo modo di cantare è personale e decisamente piacevole e ben si sposa con i testi ironici che scrive. Non dimentichiamoci, inoltre, del suo progetto solista coevo ai Police, Klark Kent, nel quale cantava e suonava tutti gli strumenti, con pezzi che come atmosfere erano molto simili a quelli dei Gizmodrome; a dire il vero, due brani facenti parte di quel progetto ("Stay Ready", "Strange Things Happen") vengono riproposti anche in questo album, in versioni di gran lunga superiori agli originali per via degli arrangiamenti e delle esecuzioni più brillanti. Ovviamente, però, Stewart Copeland dà il meglio di sé alla batteria: il suo drumming potente e caratteristico che aveva dato tanta personalità ai brani dei Police è intatto anche nei Gizmodrome, con l'aggiunta di un sapiente utilizzo di pattern Africani e di un buon uso delle percussioni. Al basso troviamo Mark King, il frontman del celebre gruppo pop funk Level 42, famoso per il suo massiccio uso della tecnica dello slap che dava un colore più "nero" alla musica. Tuttavia, secondo chi scrive, King dava il meglio di sé quando suonava in pizzicato: si ascoltino, ad esempio, le geniali parti di basso di brani come "The Chinese Way" o "True Believers". Nei Gizmodrome, King opta appunto per questa seconda tecnica, forse per non fare la figura del bassista stereotipato: il risultato è eccellente, solido e creativo e lui e Copeland formano una sezione ritmica di lusso. Ovviamente, il suo marchio di fabbrica si può comunque ascoltare in brani come "Spin This" e "Summer's Coming" ma il fatto che non sia così persistente la rende molto più apprezzabile. Per chi è appassionato di rock classico, il nome di Adrian Belew non necessita di presentazioni: chitarrista e cantante geniale al servizio di Frank Zappa, David Bowie, Talking Heads, Tom Tom Club, King Crimson, Nine Inch Nails (tanto per fare alcuni nomi) e con una sua carriera solista di grande prestigio. Come già accennato, in questo album il ruolo di cantante solista è affidato a Stewart Copeland e la voce di Belew quasi non si sente, se non schiacciata giù nei cori. Questa scelta, apparentemente inconcepibile, riesce ad evitare di cadere nel tranello del supergruppo, togliendo l'ascoltatore dalla zona comfort che l'avrebbe legato una voce famosa e distinguibile come quella di Belew. Comunque, se Ade canta poco, la sua chitarra canta molto ed è uno degli elementi più riconoscibili del disco, con alcuni assolo memorabili, tra i quali si segnalano quelli su "Stay Ready" e "Amaka Pipa". Infine, il gruppo è completato da un Italiano: Vittorio Cosma, tastierista e arrangiatore attualmente membro degli Elio e le Storie Tese ma già in passato con Premiata Forneria Marconi. Cosma è un personaggio sicuramente meno conosciuto a livello globale degli altri tre ma con delle capacità tali che non lo fanno sparire di certo accanto a loro. Le tastiere e gli arrangiamenti di Cosma sono un punto solido di tutto l'album e, a dire il vero, l'idea di formare i Gizmodrome è partita proprio da lui, amico di lunga data di Stewart Copeland e suo collaboratore da un bel po' di tempo. Non deve stupire, quindi, che il disco stesso sia stato registrato in Italia, agli studi Officine Meccaniche di Milano e che sia prodotto da Claudio Dentes, ovvero l'Otar Bolivecic che ha lavorato a diversi album di Elio e le Storie Tese. A dire il vero, Elio stesso compare come ospite in un brano: l'africaneggiante e spassosa "Zubatta Cheve" che non avrebbe certo stonato all'interno dell'album "Figgatta de Blanc" degli Elii.
L'album, come già accennato, ha un piglio molto leggero e divertente, grazie soprattutto ai testi ironici e scanzonati di Copeland e alla sua interpretazione. Tra i brani migliori, oltre alla già citata "Zubatta Cheve", si segnalano le trascinanti "Stay Ready" e "Ride Your Life", la movimentata e ben costruita "Sweet Angels (Rule The World)", la potente "Amaka Pipa", l'orecchiabile "Man in the Mountain" e lo strumentale di chiusura "Stark Naked" che Copeland aveva composto ai tempi dei Curved Air e di cui si può ascoltare una versione completamente diversa sul disco "Live at the BBC". La produzione è generalmente buona con tutti i suoni nitidi e chiari ma in alcuni brani la voce è un po' troppo presente ("Strange Things Happen") e, forse più per via del mastering che del mixaggio, l'ascolto ad alto volume a volte risulta un po' affaticante e fastidioso. Comunque, musicalmente, ci si trova di fronte ad un prodotto accessibile e facilmente assimilabile, magistralmente eseguito e magistralmente arrangiato. Chiunque si aspetti un disco maestoso e artistico per via delle connotazioni con i King Crimson e per la portata delle persone coinvolte, è destinato a rimanere deluso: questa è musica senza pretese, anche se non superficiale. Di conseguenza, chi, invece, vuole semplicemente ascoltare un disco solido, fatto bene e che mette di buon umore, troverà pane per i suoi denti. Del pane molto gustoso e leggero.
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