Torniamo con questo articolo ad affrontare la musica di Francess, giovane italo-giamaicana non alle prime armi nel mondo della discografia, distintasi con "A Bit of Italiano" per un grazioso tentativo di rendere in inglese alcuni classici italiani snaturandoli anche dal punto di vista musicale in funzione di una fusione di culture ben confezionata. Lo stesso multiculturalismo fresco e spontaneo, sebbene non più così stupefacente vista l'evoluzione sonora anche nel pop degli ultimi due anni, lo riscontriamo in "Submerge", dove non manca neppure un plurilinguismo ben piazzato.
I registri entro cui si muove la voce di Francess sono principalmente il blues e il soul, filtrati da un'evidente conoscenza della musica popolare contemporanea, riuscendo in splendide incursioni nel r'n'b americano senza perdere quel filtro pulp dato dalle sue influenze più palpabili (la sua magistrale interpretazione in "Follow Me" e "Ivory" può venire solo da chi ha ascoltato le regine del soul). Quando compare l'elettronica anni ottanta, con suoni industrial di matrice tedesca, si realizzano i momenti migliori ma la voce sembra meno a fuoco. Gli arrangiamenti mancano di coesione, ma questo appare voluto, e nell'ascolto complessivamente incide poco, soprattutto se valutiamo la maturità con cui tutto è stato assemblato per non lasciare mai momenti deboli e avere un disco compatto, totalmente digeribile. Valida anche la cover di "The Man I Love", brano di Gershwin celebre per la versione di Billie Holiday.
Ciò che manca a questo lavoro è forse solo un vero singolo, qualcosa che la gente si ricordi per tutta la vita, sfiancando l'artista ad ogni live perché il pezzo venga suonato. A vita. A Francess manca una hit. Per il resto, un buon lavoro.
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