Nel luglio dello scorso anno è uscito "Vamos a la distancia", il quinto disco in studio della Tango Spleen Orquesta, ensemble multinazionale formato nel 2008 e considerato dagli addetti ai lavori una delle maggiori eccellenze del genere. Attualmente la formazione comprende il bandleader e arrangiatore Mariano Speranza al pianoforte e al cantato, la violista Elena Luppi, la percussionista Anna Palumbo, Vanessa Matarmos al contrabbasso, Luciano Casalino al violino e Francesco Bruno al bandoneon.
In questo lavoro, la band si destreggia tra rivisitazioni di composizioni di Astor Piazzolla e musiche originali, perlopiù scritte da Speranza stesso, ma anche da Elena Luppi e Anna Palumbo. Come intuibile dal titolo stesso, tratto da "Milonga del trovador", uno dei pezzi di Piazzolla riproposti su questo album, il disco è stato concepito e realizzato durante il periodo di lockdown del 2020. Piazzolla viene rivisitato e adattato al sound dell'orchestra, ma si tratta di un rimaneggiamenti fatti con riverenza e rispetto che, anche se modificano le vesti originali, non ne cambiano le intenzioni. Tre di queste risultano particolarmente interessanti: "Michelangelo '70", posta a inizio dell'album in modo da aprire le danze con freschezza ed energia, la già citata "Minolga del trovador" che grazie alla voce di Speranza acquista delle sonorità particolarmente delicate ed eleganti e "Adiós Nonino", forse il momento più riuscito del disco, introdotto da una brillante prestazione pianistica e in seguito supportato in maniera eccellente dall'intero ensemble. Molto valide, e ben integrate con il resto dell'album, anche le composizioni originali. Di queste, forse la più riuscita è "Dos Aguas", pezzo di ampio respiro che vede le capacità strumentali e di arrangiamento dell'Orquesta in grande spolvero. Altrettanto buona, però, è "Ciao", dalla costruzione intelligente e intrigante. Completano il cerchio "Calles" e "Milonga Schupi", malinconica la prima, dinamica la seconda, che si rifanno esplicitamente alle rivisitazioni di Piazzolla viste sotto la lente dell'Orquesta e "Poeme" un po' un momento di rilascio della tensione accumulata nel corso dell'album posto subito prima della sua chiusura.
Chiaramente il disco è il risultato di un lavoro minuzioso fatto da un gruppo di musicisti che si è autoimposto uno standard molto alto. Allo stesso tempo, oltre ad una chiara competenza e intelligenza nella stesura della musica, ciò che traspare dalle performance è una vera e propria passione verso il genere che rende l'ascolto particolarmente coinvolgente. Tutto ciò rende "Vamos a la distancia" un lavoro consigliabile anche a chi non è avvezzo al tango: in fin dei conti, sentire della musica suonata veramente bene da dei musicisti in gamba non può che essere una fonte di piacere per il vero appassionato di musica.
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