La recensione è stata scritta per Indie for Bunnies
Tracklist
1. Universo Tascabile
2. Moto Perpetuo
3. Pioggia
4. 3x2
5. Fuga dal Do Minore
6. Corrente Alternata
Recensione
I Terza Pietra dal Sole, band emergente di Varese, escono dall’anonimato con un improvvisa serie di concerti e un bell’EP autoprodotto registrato al Feeling Music Studio, nella loro città natale. L’Ira di Orfeo effettivamente è un prodotto molto ben fatto, d’impatto, con un’anima che lo classifica senza problemi nella lista dei dischi da ascoltare almeno una volta in ambito emergenti d’interesse nazionale. Senza esagerare. Perché con tutte le loro influenze, tra alternative, nu metal, grunge, e chissà cos’altro, spingono sulle distorsioni e sulla bellissima voce di Elisa Begni per forgiare brani nuovi, con un approccio molto personale che ne allontana, dopo le prime sequenze di ascolti, i possibili accostamenti che sulle prime si potrebbero fare citando Skunk Anansie, Rage Against the Machine e molte delle band del panorama indie rock inglese, soprattutto per quel che riguarda i riff di chitarra. Le linee vocali rimangono in testa in maniera indelebile, posizionandosi all’interno di quel tipo di cantato tipico della tradizione italiana ma dalla grande presa, molto catchy e per questo d’indole radio-friendly, come l’intero disco in tutte le sue sfaccettature (compresi i lavori di basso e chitarra). La batteria picchia il giusto, senza esagerazioni di sorta, scandendo il tempo con un apporto minimale e, nonostante tutto, perfetto nel riempire e nel ritmare i sei brani, nonostante alcune imprecisioni che sono state opportunamente limate in fase di post-produzione. Da migliorare il mix del rullante in alcuni passaggi, anche se questo, ovviamente, non incide sulla buona riuscita dell’album e delle ritmiche complessive. Particolarmente interessante in ottica radiofonica potrebbe essere “Moto Perpetuo”, mentre la più degna di nota risulta essere l’opener “Universo Tascabile”, con un guitar work piuttosto semplice ma intuitivo, graffiante e coinvolgente, con il cantato a fargli da eco.
Sostanzialmente i Terza Pietra dal Sole producono un ottimo debut EP, senza passare mai per le vie dell’innovazione, lasciando, volenti o nolenti, la parola “originalità” lontana dal loro uscio. Ma non per questo le canzoni suonano copiate o prive di un senso di appartenenza, che invece si sente molto quando si va a valutare la tipologia di sound (vedasi “Fuga dal Do Minore”, ad esempio), di per sé molto personale e, con un’analisi ulteriore, individuale di ogni musicista che compone la band. Un EP da ascoltare e valutare criticamente, senza pregiudizi, solo affidandosi alla carica rock di questi nuovi artisti piemontesi. Yeah.
Voto: 7.5
I Terza Pietra dal Sole, band emergente di Varese, escono dall’anonimato con un improvvisa serie di concerti e un bell’EP autoprodotto registrato al Feeling Music Studio, nella loro città natale. L’Ira di Orfeo effettivamente è un prodotto molto ben fatto, d’impatto, con un’anima che lo classifica senza problemi nella lista dei dischi da ascoltare almeno una volta in ambito emergenti d’interesse nazionale. Senza esagerare. Perché con tutte le loro influenze, tra alternative, nu metal, grunge, e chissà cos’altro, spingono sulle distorsioni e sulla bellissima voce di Elisa Begni per forgiare brani nuovi, con un approccio molto personale che ne allontana, dopo le prime sequenze di ascolti, i possibili accostamenti che sulle prime si potrebbero fare citando Skunk Anansie, Rage Against the Machine e molte delle band del panorama indie rock inglese, soprattutto per quel che riguarda i riff di chitarra. Le linee vocali rimangono in testa in maniera indelebile, posizionandosi all’interno di quel tipo di cantato tipico della tradizione italiana ma dalla grande presa, molto catchy e per questo d’indole radio-friendly, come l’intero disco in tutte le sue sfaccettature (compresi i lavori di basso e chitarra). La batteria picchia il giusto, senza esagerazioni di sorta, scandendo il tempo con un apporto minimale e, nonostante tutto, perfetto nel riempire e nel ritmare i sei brani, nonostante alcune imprecisioni che sono state opportunamente limate in fase di post-produzione. Da migliorare il mix del rullante in alcuni passaggi, anche se questo, ovviamente, non incide sulla buona riuscita dell’album e delle ritmiche complessive. Particolarmente interessante in ottica radiofonica potrebbe essere “Moto Perpetuo”, mentre la più degna di nota risulta essere l’opener “Universo Tascabile”, con un guitar work piuttosto semplice ma intuitivo, graffiante e coinvolgente, con il cantato a fargli da eco.
Sostanzialmente i Terza Pietra dal Sole producono un ottimo debut EP, senza passare mai per le vie dell’innovazione, lasciando, volenti o nolenti, la parola “originalità” lontana dal loro uscio. Ma non per questo le canzoni suonano copiate o prive di un senso di appartenenza, che invece si sente molto quando si va a valutare la tipologia di sound (vedasi “Fuga dal Do Minore”, ad esempio), di per sé molto personale e, con un’analisi ulteriore, individuale di ogni musicista che compone la band. Un EP da ascoltare e valutare criticamente, senza pregiudizi, solo affidandosi alla carica rock di questi nuovi artisti piemontesi. Yeah.
Voto: 7.5
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