Il nuovo lavoro di Margherita Pirri si presenta denso di spunti musicali, geografici, culturali. Linguisticamente, stupisce ed incuriosisce la stesura di testi in francese, inglese e italiano, oltre alla partecipazione di due ospiti che aggiungono altre due nazionalità al melting pot, ovvero la spagnola Shani Ormiston e il tedesco Fabrian Goroncy. Tra pop e folk, canzone d'autore all'italiana, world music e indie, il brano che colpisce di più è "Un Giorno di Maggio", brano teso e monumentale, ma anche le uscite catchy di stampo britannico di "Sinner". I luminari della vocalità di Margherita non sono di facile individuazione, ed è un bene, perché se in alcuni passaggi può ricordare Enya, Loreena McKennitt o Sarah Brightman, nel corso delle quindici tracce viene delineato un percorso personale ed originale, dove il timbro caldo e la versatilità della cantante sono i veri protagonisti. Le emozioni che trasudano da questo "Looking for Truth" sono invece cupe, misteriose, malinconiche, e nella brillantezza dei cantati si perde forse un po' questo senso di agonia, come a voler porre le due caratteristiche in una dicotomica contrapposizione. Se fosse voluto, sarebbe un'intuizione geniale, per com'è riuscita.
Un paio di pecche: una produzione poco colorita, che lascia un vago retrogusto di insipidezza, ma soprattutto le strutture raramente estrose dei pezzi, che sovente richiamano prodotti già sentiti. Perché non citare ad esempio Tori Amos, anche se in alcuni dei lavori meno noti (tipo "From the Choirgirl Hotel" del 1998).
In sintesi, Margherita ha fatto un ottimo lavoro, con i suoi musicisti e con le sue parole, ma solo proseguendo nel lavoro di composizione e di scrittura potrà trovare la quadra per esprimere al meglio le grandi capacità che indubbiamente possiede.
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