Vasco Brondi è il beniamino di Ferrara. Presentato come “uno dei migliori artisti italiani”, un'espressione volendo esagerata ma che l'affluenza altrettanto esagerata di giovani e meno giovani ha confermato. Se non uno “dei migliori”, è uno di quelli “che ha fatto davvero il botto” ultimamente. In patria, al festival della Internazionale, molti non riescono ad entrare per godersi il concerto. Ma veniamo al dunque.
Supportato da violoncello, violino e seconda chitarra (un rumorista, più che solista), sui quali spicca Rodrigo d'Erasmo degli Afterhours, mette in scena un'ora di concerto/reading (leggendo alcuni passi del suo libro che già aveva portato nel suo tour precedente questo incontro), in cui esegue quasi tutti i brani del suo disco (su tutte la tesissima Fare i Camerieri, la conclusiva e spietata La Lotta Armata al Bar e l'ormai tormentone Lacrimogeni, eseguita tra le prime). Pollice alzato per l'acustica, nonostante la sala non fosse adeguata alla musica live (del resto non si tratta di un vero e proprio gruppo comunque). La tensione creata dagli arrangiamenti degli archi e dagli effetti delle due chitarre da una marcia in più a tutti i brani di Vasco che la critica giustamente considera musicalmente molto simili ma che in questo modo hanno guadagnato molto a livello di resa live e di originalità.
Un concerto di Vasco Brondi, con il calore dei suoi compaesani e in un contesto così intimo, è davvero imperdibile. Se vi capita fateci un salto, davvero.
* Video girato da me
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