domenica 10 gennaio 2010

Them Crooked Vultures - Them Crooked Vultures (Interscope, 2009)


Un disco pieno di hype per i nomi che lo hanno composto. Un disco pieno di attrattiva, sempre per lo stesso motivo. E dopo l'ascolto, un disco figo.
I Them Crooked Vultures sono l'ennesima superband che non ha motivo di esistere ma che si fa subito perdonare appena ti spedisce in faccia tutta la potenza che sa tirar fuori (nonostante l'età media non li classifichi proprio come gli adolescenti picchiatori di turno), che di per sé è solo un nuovo disco dei Queens Of The Stone Age, soprattutto se alla batteria c'è Dave Grohl come sul vecchio Songs For the Deaf (peraltro il migliore di QOTSA proprio per l'apporto dell'ex Nirvana alle pelli). Ma le influenze che John Paul Jones al basso, e le esperienze musicali più diverse dei componenti di questa band lo rendono molto più variegato. Come in Elephants con un inizio quasi-tributo a Jack White che poi esplode in un mega tirato stoner rock dalle influenze punk, o nell'opener track No One Loves Me, Neither Do I, un classico pezzo da Josh Homme con un tiro da paura (come Mind Eraser, No Chaser, Gunman e Reptiles, e tutti gli altri pezzi del resto). Ci si stupisce di come picchia ancora Grohl, col gusto che solo lui possiede alla batteria nonostante una tecnica non proprio superba, confermandolo come uno dei musicisti più appropriati a rivestire il ruolo di rockstar nel 2010. E resta evidente che la band ha una vena compositiva notevole, anche nei brani più lunghi (come Warsaw Or The First Breath You Take After You Give Up e Spinning in Daffodils), nei rari assoli di tastiera, nei riff mai banali. Scumbag Blues è un pezzo vagamente ledzeppeliniano ma suonato con il solito piglio ultrapestato di Dave. Insomma l'album è quasi un Odissea di hard rock influenzato da stoner, heavy, punk, e chi più ne ha più ne metta, senza mai dimenticare quella vena da blues distorto del 2000 che tutte le Desert Sessions di Josh hanno sempre partorito. Un puzzle di esperienze ma soprattutto di esperienza, che conta magari alcuni difetti solo se pensiamo che non ci stanno proponendo niente da nuovo (o la lunghezza esagerata di certi brani?). Ma cosa aspettarsi da una band nata quasi da una jam session?
Disco tutto sommato, seppur senza sorprendere, imperdibile. 


Voto: 8 

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