Reportage e foto a cura di Eleonora Verri
Unica pecca, una cassa del Bronson che faceva le bizze e non voleva saperne emettendo strani rumori, spazientendo a volte i il cantante quando si metteva alla tastiera.E' stato comunque un ottimo concerto e ne è valsa la pena aspettare tanto!
Attendevo da molto di vedere i freschi vincitori del Premio Italiano Musica Indipendente 2010 come miglior gruppo e per fortuna ne ho l’occasione grazie al Bronson che in fatto di qualità non si smentisce mai.
Ad aprire il concerto il duo Hip Hop “Uochi Toki” proveniente dalla fiorente etichetta “La Tempesta”.
Finalmente salgono sul palco gli "A Toys Orchestra", con formazione a 5 elementi tutti intercambiabili, a parte la batteria. Non c’è purtroppo Beatrice Antolini, che li ha accompagnati per buona parte del tour.
Si passa dai pezzi storici di “Cuckoo Boohoo” come “Peter Pan Syndrom”e e di “Technicolor Dreams” “(Mrs Macabrette)” per arrivare a “Midnight Talks” (“Celentano”, “Red Alert”, “Plastic Romance”).
Al Bronson presentano il set “Legno” con la batteria di Bruno Dorella e il contrabbasso di Lucio Corinzi.
Dal vivo sono molto più convincenti che in disco e per una buona oretta intrattengono il pubblico. Personalmente non è il mio genere, ma li ho apprezzati notevolmente sotto il punto di vista musicale, ma quanto a testi è stato abbastanza ostico perché a tratti ero assuefatta dallo stesso tono della voce che non cambiava mai e dunque non mi rendevo conto di ciò che usciva dalla bocca di Matteo "Napo" Palma, il cantante.
E’ legittimo per me chiedere un’unica cosa “Ma perché uno che va ad assistere a un concerto degli "A Toys Orchestra" deve sorbirsi un gruppo che con loro non ha niente a che spartire?” Sarebbe interessante capire le modalità, a volte bizzarre delle scelte dei gruppi spalla.Dal vivo sono molto più convincenti che in disco e per una buona oretta intrattengono il pubblico. Personalmente non è il mio genere, ma li ho apprezzati notevolmente sotto il punto di vista musicale, ma quanto a testi è stato abbastanza ostico perché a tratti ero assuefatta dallo stesso tono della voce che non cambiava mai e dunque non mi rendevo conto di ciò che usciva dalla bocca di Matteo "Napo" Palma, il cantante.
Finalmente salgono sul palco gli "A Toys Orchestra", con formazione a 5 elementi tutti intercambiabili, a parte la batteria. Non c’è purtroppo Beatrice Antolini, che li ha accompagnati per buona parte del tour.
C’erano molte aspettative da parte mia, perché li ritengo uno dei migliori gruppi italiani degli ultimi anni. Non rimarrò delusa. A volte i buoni gruppi li abbiamo in Italia e non ce ne accorgiamo. Fine polemica.
Il concerto inizia e ci si può subito immergere nel loro sound inconfondibile che contraddistingue i 3 lavori della band.
La scaletta è varia ed accontenta un po’ tutti attingendo a piene mani da tutti gli album.
Il concerto inizia e ci si può subito immergere nel loro sound inconfondibile che contraddistingue i 3 lavori della band.
La scaletta è varia ed accontenta un po’ tutti attingendo a piene mani da tutti gli album.
Si passa dai pezzi storici di “Cuckoo Boohoo” come “Peter Pan Syndrom”e e di “Technicolor Dreams” “(Mrs Macabrette)” per arrivare a “Midnight Talks” (“Celentano”, “Red Alert”, “Plastic Romance”).
Ci sono canzoni più lente (“Summer”, “Invisible”) alternate ad altre più energiche e spensierate come ad esempio “Look in Your Eyes”.
Unica pecca, una cassa del Bronson che faceva le bizze e non voleva saperne emettendo strani rumori, spazientendo a volte i il cantante quando si metteva alla tastiera.
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