mercoledì 23 maggio 2012
Duranoia - Sinceri Equivocati (After Life, 2011)
Seguendo un impulso estetico tipicamente “verdeniano”, come piace a metà delle nuove band alternative rock italiane, i Duranoia arrivano a questo full-length con tanta voglia di spaccare, una frenesia chitarristica evidente in ogni secondo dell’album, con grandi sforzi negli arrangiamenti che però si riducono piuttosto spesso all’imitazione.
Nelle retrovie di Sinceri Equivocati rinveniamo in verità la genuina personalità della band, che non si sovraespone mai, rimanendo dietro i riff tipicamente italiani di band come i già citati bergamaschi, i Tre Allegri Ragazzi Morti e i Marlene Kuntz più sferraglianti. Se dovessimo fare un paragone con una band che non ha ricevuto il successo dovuto, nomineremo volentieri I Melt. Le aperture melodiche danno più respiro al disco, in particolare la bella “K-Pax”, canzone segnaletica di una certa capacità compositiva che presagisce ad una maturità quasi raggiunta (che troveremo sicuramente nel prossimo disco). L’impeto punk di “Reset” e “Cane” raggiunge con questi due episodi il suo apice espressivo, mentre “Metempsicosi” sembra un po’ troppo tutte le canzoni del demotape dei Verdena (o dei Karnea).
Dal punto di vista della produzione un sound molto garage regala lustro ai brani più intensi e cattivi, nonostante a soffrirne sia soprattutto la sezione ritmica. Strumentalmente la band fa da contraltare a tutte le debolezze dell’impianto esteriore con una certa precisione, mai esagerata e quindi perfetta per dare l’idea di una formazione affiatata e che vuole esprimere qualcosa senza risultare fredda.
Di quella rabbia generazionale degli anni novanta che ormai è fagocitata dal marketing non è rimasto niente, e di solito chi tenta di riportarla in auge rimane in sala prove a vita: i Duranoia presentano però quella marcia in più che, studiata ed approfondita nella giusta direzione, li porterà probabilmente sui grandi palchi. Buona prova, in attesa di qualcosa di meglio.
Voto 7+
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