A tre anni dalla nascita, il duo emiliano Problemi di Gibbo sforna il primo full-length per l'etichetta IPDG, un viaggio nel cantautorato e nel folk italico dal sapore dolceamaro, perlopiù acustico, soffuso, per certi versi malinconico e romantico. La giovane età si sente nella qualità della scrittura e della composizione, ma nei vari brani sono disseminati i germi di una maturità non così distante, che trova la sua zona di comfort nei momenti più genuinamente radiofonici ("Solo Rosso", in realtà un tributo ai Calexico e "#Buonumore"), e laddove riescono a sprigionare un po' di energia ("Superman", ad esempio) in un album che tendenzialmente si attesta come una collezione di ballad alla Kings of Convenience. Per questo, basti ascoltare l'incipit di "Tutto il Mondo", forse uno dei passaggi meglio riusciti, perfetto come apertura perché riesce ad identificare anima e corpo di un progetto tutto basato sulla comunicatività con l'ascoltatore. Impossibile calarsi in un disco del genere senza abbandonarsi a quelle atmosfere che vengono evocate principalmente dalle scelte lessicali e dagli incastri tra voce e strumenti, da cogliere tramite ripetuti ascolti evitando di riprodurre il disco skippando le tracce come - purtroppo - si tende imprudentemente a fare nell'epoca di Spotify, Apple Music & co.
I reggiani non premono mai sull'acceleratore, rimanendo un po' a mezz'aria, sospesi, ma riescono a stupire per come questa carenza di dinamiche sia sempre controbilanciata da un continuo chiaroscuro, un alternarsi mai banale di tonalità cromatiche, varie seppur mai troppo accese. Il testo che arriva con maggiore impeto è "Come Tu Mi Vuoi", il frangente in cui si riesce a cogliere con maggiore chiarezza la potenza delle parole, semplici ma efficaci in ogni momento.
Il posto nella scena indipendente italiana è così tutto meritato, inserendosi perfettamente in un periodo storico dove l'indie à la Calcutta ha saturato il mercato e si avverte prepotentemente il bisogno di aria fresca. Se è pur vero che in queste sette tracce non troviamo niente di innovativo, i Problemi di Gibbo hanno comunque l'enorme pregio di non suonare derivativi e di lasciar intuire la parabola evolutiva che hanno intrapreso, con la sfrontatezza di un'età anagrafica che ne premette le grandi potenzialità. Esordio curioso e consigliatissimo.
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