Sono passati trentasei anni da "Tonight", con cui Roberto Zanetti alias Savage ha fatto scuola nel panorama pop-dance italico degli anni 80, affermandosi anche come produttore nel genere (Ice Mc, Double You, Claudio Mingardi, Kamillo e altri), discografico con l'etichetta Dance World Attack, nonché autore di progetti estremamente popolari come i Gazosa, qualche anno più tardi.
Tornato in veste di artista con questo "Love and Rain", Savage non suona attempato ma anzi maturo, conscio dei mezzi espressivi e dei punti di forza del suo genere, ora che il revival ha superato la fase derivativa ma risulta più che altro un linguaggio a sé, forte di quel sentimento di nostalgia transgenerazionale che non mancherà mai di riproporsi, di volta in volta, con i suoni e le dinamiche dell'epoca di riferimento.
Laddove tra le righe si è detto dunque che non siamo di fronte a nulla di nuovo, possiamo senz'altro sviscerare l'album per quello che si propone di essere, ovvero musica da ballo fine a sé stessa, per questo sempre ben funzionante quando realizzata da un professionista, efficace dall'incipit di "Don't Say You Leave Me" (granata esplosiva dopo l'ouverture "Every Second of My Life", poi ripresa in un vero e proprio pezzo alla quindicesima traccia) alla chiusura sinfonica di "Only You". Il termine "sinfonia" si sposa bene con alcune scelte stilistiche di questa dance, scura ma contemporaneamente allegra e leggera, fatta anche di archi e melodie altisonanti, talvolta barocche ("Where is the Freedom"). Il contenuto lirico è invece forse superficiale, con incursioni conscious e altre dal messaggio più forte, ma principalmente spensierato nel narrare l'amore ("Remember Me", "Moon is Falling" le più riuscite), come si può pretendere solo da un tipo di musica da club, luogo d'elezione del disimpegno e della mente sgombra per i giovani da ormai quattro decenni.
"Love and Rain" è dunque un lavoro scanzonato, nel quale non ricercare la ricchezza degli arrangiamenti ma l'esaltazione di un suono mai scomparso e che ha fatto scuola nel mondo, peraltro sempre pronto a ritornare alla ribalta con nuove ibridazioni (basti pensare al flirt con l'hip hop italiano).
Tornato in veste di artista con questo "Love and Rain", Savage non suona attempato ma anzi maturo, conscio dei mezzi espressivi e dei punti di forza del suo genere, ora che il revival ha superato la fase derivativa ma risulta più che altro un linguaggio a sé, forte di quel sentimento di nostalgia transgenerazionale che non mancherà mai di riproporsi, di volta in volta, con i suoni e le dinamiche dell'epoca di riferimento.
Laddove tra le righe si è detto dunque che non siamo di fronte a nulla di nuovo, possiamo senz'altro sviscerare l'album per quello che si propone di essere, ovvero musica da ballo fine a sé stessa, per questo sempre ben funzionante quando realizzata da un professionista, efficace dall'incipit di "Don't Say You Leave Me" (granata esplosiva dopo l'ouverture "Every Second of My Life", poi ripresa in un vero e proprio pezzo alla quindicesima traccia) alla chiusura sinfonica di "Only You". Il termine "sinfonia" si sposa bene con alcune scelte stilistiche di questa dance, scura ma contemporaneamente allegra e leggera, fatta anche di archi e melodie altisonanti, talvolta barocche ("Where is the Freedom"). Il contenuto lirico è invece forse superficiale, con incursioni conscious e altre dal messaggio più forte, ma principalmente spensierato nel narrare l'amore ("Remember Me", "Moon is Falling" le più riuscite), come si può pretendere solo da un tipo di musica da club, luogo d'elezione del disimpegno e della mente sgombra per i giovani da ormai quattro decenni.
"Love and Rain" è dunque un lavoro scanzonato, nel quale non ricercare la ricchezza degli arrangiamenti ma l'esaltazione di un suono mai scomparso e che ha fatto scuola nel mondo, peraltro sempre pronto a ritornare alla ribalta con nuove ibridazioni (basti pensare al flirt con l'hip hop italiano).
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