Gabriele Masala è un cantautore e scrittore sassarese il cui metodo di composizione ha la peculiarità di anteporre la stesura dei testi alla musica. Nel suo nuovo album, il nono nella sua discografia, si è avvalso della collaborazione di Enrico Ruggeri che, oltre a donargli otto testi inediti da musicare, partecipa anche in veste di ospite nella title-track e in "La borghesia", il brano che apre il disco.
La linea tematica del disco è incentrata su racconti che narrano storie di vita di personaggi diversi tra di loro, tra cui un politico corrotto ("La fine dell'impero"), il giovane che partecipa ai talent scout ("Anime in vendita"), gli innamorati ("Noi due" e "La canzone delle mani") e il ceto borghese Italiano ("La borghesia"). All'interno di queste narrative emerge in particolar modo la critica sociale, sia verso i potenti del mondo, sia verso i lati negativi della società, tra cui l'incomunicabilità spinta dai social.
Da un punto di vista musicale si tratta di otto canzoni pop di facile ascolto, con una buona varietà negli arrangiamenti che le rende discretamente godibili. I brani che saltano immediatamente di più all'orecchio sono "La borghesia", dal piglio accattivante e melodico, l'aggressiva "La fine dell'impero" e la conclusiva e delicata "Una parola". Il disco è prodotto in maniera piuttosto adeguata, con scelte di mixaggio e di arrangiamento che fanno particolarmente risaltare la voce di Masala, molto raffinata e gradevole. Allo stesso tempo, però, questa visione va anche un po' a scapito del resto dell'impasto sonoro e momenti come l'assolo di chitarra al termine di "Una parola" non hanno il giusto mordente che dovrebbero avere.
In definitiva si tratta di un lavoro piacevole, ben strutturato e realizzato nel quale sicuramente le sensibilità artistiche di Masala e Ruggeri hanno la possibilità di emergere e di creare un buon mélange.
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