Francesco Arciprete e Matteo Belloli (pseudonimi "Shamble" e "Teo") debuttano con questo "Noi Siamo Elefanti" sulla scena nazionale la loro visione del rock italiano, filtrata da quel particolare microcosmo musicale che è sempre stata la provincia bergamasca, prolifica e feconda come poche altre zone del Nord Italia.
Il power duo Elefanti sembra non temere paragoni e confronti, tanto che i vari numi tutelari vengono posizionati sullo scacchiere composto dai sette brani senza celare nulla, rendendo inutile ripeterli in questa recensione. La cifra stilistica degli Elefanti appare subito la distorsione artificiale applicata alla voce, non proprio robotica ma sicuramente metallica. Un espediente che proviene dagli schemi tipici del garage rock, di fatto, né originale né essenziale alla musica proposta, per quanto non risulti noioso nel ripetersi degli ascolti, sinonimo questo di una funzionalità rispetto ai brani che va rilevata fuori dal recinto dei gusti personali. Coerentemente a ciò, i suoni sono tutti sparatissimi, in un corto circuito di veemenza quasi viscerale che in un certo senso investe come un pachiderma in piena corsa. Questa ultima frase può portare fuori strada il lettore, perché è anche vero che si tratta di power pop, con più di qualche soluzione melodica che svela un'innaturale ricerca dell'orecchiabilità. "Un Po' Conta (Se Vuoi)", dal titolo ammiccante ai comprovinciali Verdena, è in realtà un twist che assieme a "Me Lo Dici Sempre" rappresenta il cuore rock'n'roll del disco nella sua espressione più alta e positiva.
In generale, le sette tracce tratteggiano un esordio più che dignitoso, che necessiterebbe solo di maggiore maturità. Per capirci, meno soluzioni post-adolescenziali e più elaborazione strutturale. Ma in Italia, bisogna dirlo, siamo abituati a vederci propinare i migliori lavori dopo il primo quindi osserveremo con attenzione la parabola - sicuramente crescente - di questi due ragazzi.
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