E' piuttosto inconsueto, seppur non inedito, che la titolatura di una pubblicazione discografica manifesti così pienamente il contenuto e le intenzioni della medesima. Oltre alle pure e semplici denominazioni di genere, che richiamano l'oggetto della materia trattata (folk, blues e rock'n'roll principalmente, mentre per la techno occorrerebbe rimpiazzare il termine con drum'n'bass e ambient, un connubio più adeguato a ciò che abbiamo sentito nel disco), è tanto interessante quanto spiazzante la dicitura successiva: "Altre Musiche Primitive per Domani", ovvero ciò che contemporaneamente notiamo essere una confessione delle fonti e un auspicio per il proprio futuro. Le ibridazioni sono di fatto l'avvenire della musica contemporanea, e i siciliani Niggaradio prendono da questa lezione la linfa vitale per un processo di sintesi realizzato con precisione chimica e moltissimo gusto. "FolkBluesTechno'n'roll...e Altre Musiche Primitive per Domani", pubblicato da DCave Records (al lavoro, tra gli altri, con i Campo Avvelenato e i Saint Lips) snocciola coraggiosamente undici brani, quasi completamente dominati dal dialetto siciliano, perfettamente incastonato anche negli episodi più ritmici sebbene metricamente molto ostico da padroneggiare anche per un nativo. Blues e folk come nei ritmi più hip-hop di Moby e del primo Tricky, accessi d'ira viscerale che possono richiamare i beat degli Assalti Frontali, il tutto riconfezionato in una salsa elettronica moderna ed esterofila. A ricondurre alle proprie origini un disco dalla forte vocazione globale, oltre che la scelta linguistica, intervengono le collaborazioni (Cesare Basile, gonfaloniere di una tradizione folk catanese ormai divenuta di tutta l'Italia) e i temi trattati, politici come nei 99 Posse e nei Sud Sound System più impegnati, ma anche più giocosi e a sfondo ironico-caricaturale, à la Caparezza per intenderci, appannaggio sempre più sovente e ragionevolmente di artisti di origine meridionale.
Quello che può, a tratti, far storcere il naso è la compresenza forzata di troppi elementi, sferzate acide e gigantesche costruzioni melodiche, cantati orecchiabili resi pesanti dalle strutture dei brani, in un'operazione che senz'altro si può ascrivere anche ad una consapevolezza nel songwriting maturata da anni di esperienza, perdendo in realtà un po' di vista l'ascoltatore medio. Tuttavia, il vero artista comunica ciò che sente, e non ciò che altri vogliono sentire. I Niggaradio, arricchiti da quel terreno culturalmente fertile che è sempre stata la zona circumetnea, svolgono la loro funzione di catalizzatori di arte e di personali rielaboratori di musiche antidiluviane "per domani", senza cedere a tentazioni radiofoniche.
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